La Q di Qomplotto. Diqotomiqo intervista wu ming 1

QAnon, ancora e anQora. Siamo fissati, lo so. I motivi sono tanti, anche legati all’immaginario cinematografico. E’ una storia che non sappiamo come andrà a finire, ma che di sicuro sembra scaturita da una sceneggiatura oggettivamente brutta e inverosimile, nessun produttore sgancerebbe un centesimo per una storia del genere. O forse si? Chissà. Torniamo su QAnon per un motivo forte, fortissimo, e probabilmente definitivo. Probabilmente. E’ appena uscito per le Edizioni Alegre un libro che non abbiamo remore a definire epocale, oltre che indispensabile. Il titolo è La Q di Qomplotto, e l’ha scritto Wu Ming 1.

Una sorta di disco solista di un membro della nostra band letteraria preferita, paragonabile per importanza e peculiarità alla colonna sonora di Into The Wild firmata da Eddie Vedder in libera uscita dai Pearl Jam, o al Testamento firmato da Appino, la voce del Zen Circus. Insomma, di livello pari o addirittura superiore alle prove collettive della band. Un libro faticoso, Wu Ming 1 lo ha detto chiaramente, un libro necessario, lo diciamo chiaramente noi. E lo sfaccettato microcosmo di QAnon è solo la punta di un iceberg enorme, che si estende nel tempo e nello spazio fino a raggiungere i limiti massimi che si possano raggiungere. Il mondo intero, e secoli e secoli di storia di complotti e fantasie di complotti. Un oggetto narrativo non identificato, “unidentified narrative object” (UNO), una forma che rimanda indietro di vent’anni, un salto temporale carico di senso e che fa il paio con la sostanza contenuta nelle quasi 600 pagine de La Q di Complotto: perchè la punta dell’iceberg ha forse delle basi che si possono trovare proprio nel lavoro del collettivo Wu Ming, quando ancora esistevano come Luther Blissett Project. Sono tante le storie, le sensazioni, i punti da unire e le briciole da seguire. Ma la strada, per quanto lunga e piena di inversioni a U, scorciatoie e passaggi segreti, arriva a destinazione. Passando per un indispensabile ripasso di questi mesi tremendi, di questa sequenza di giornate surreali, scandite da parole d’ordine truffaldine, come “emergenza”. Mi fermo qui, perché parlare di questo libro è un’impresa che può automaticamente diventare infinita. L’ultimo pensiero, inevitabilmente ancora cinematografico, è riservato al “montaggio”: il mio stato d’animo, ora, alla fine dell’ultima pagina, è molto simile a quello provato durante i titoli di coda di film come Zodiac, o come Inception.

Giovedì 1° aprile, a partire dalle 10 e poi per sempre, potrete ascoltare la 21esima puntata del nostro podcast, Lo Specchio Nero, come sempre su RKO Radio. Sarà intitolata La Q di Qomplotto. DiQotomiQo intervista Wu Ming 1. Prima Parte. E si, prima parte. Perchè il piacere e l’onore di intervistare Wu Ming 1 è talmente grande da non poterci stare, in una puntata sola.

Mi sentivo triste e malinconico

Non sapevo cosa fare

I comunisti si stavano avvicinando

volavano in cielo, calcavano la terra

erano ovunque, allora mi sono precipitato giù

unendomi alla John Birch Society

ho ottenuto una tessera segreta

e sono tornato nel cortile di casa

ho iniziato a guardare sui marciapiedi

e sotto i cespugli

Mi sono svegliato al mattino e ho guardato sotto il letto

ho cercato dappertutto quei maledetti rossi

ho cercato sotto il lavandino e nel sottoscala

nel vano portaoggetti della mia auto

ma non sono riuscito a trovarne.

Ho cercato sotto i vestiti, dietro la sedia

ho cercato quei rossi ovunque.

Ho guardato nella canna fumaria del camino

e anche nel cesso, ma non c’erano

Ho sentito il rumore di passi davanti alla porta d’ingresso

allora ho preso il mio fucile

e ho fatto un giro attorno alla casa

quatto quatto, e ho intimato:

“mani in alto, comunista!”

era il postino

mi ha steso con un cazzotto

Mi son ritrovato a casa, solo

e ho iniziato a sudare

convinto che si fossero nascosti nella mia tv

ho sbirciato dietro lo schermo

e ho preso una scossa

da quell’aggeggio

sono stati loro, i rossi

Mi sono licenziato

per poter lavorare da solo

ho comprato una magnifica lente come Sherlock Holmes

ho seguito degli indizi con il mio fiuto da detective

e ho scoperto strisce rosse nella bandiera americana!

Possibile che anche Betsy Ross sia comunista?

Eisenhower è una spia russa, come Lincoln,

Jefferson e quell’altro tizio, Roosevelt

Per quanto ne so io esiste un solo e unico americano

ed è George Lincoln Rockwell

so per certo che odia i comunisti

infatti ha partecipato alle proteste contro il film Exodus

Alla fine ho cominciato a pensare lucidamente

quando sono finite le cose sulle quali investigare

non sono riuscito ad immaginare nient’altro

quindi ora sono a casa, e indago su me stesso

buon Dio, spero di non scoprire troppo.

(Talkin’ John Birch Paranoid Blues – Bob Dylan)

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