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Next Generation Award, il nuovo contest lanciato dal Teatro Pubblico Pugliese: scopri come partecipare!

Si chiama Next Generation Award ed è un premio rivolto a giovani musicisti pugliesi, singoli o in band composte da massimo 5 componenti, tutti aventi un’età compresa tra i 18 e i 29 anni. Il Premio è promosso dal Teatro Pubblico Pugliese nell’ambito del progetto Hermes e finanziato dal Programma Interreg V-A Greece Italy 2014 – 2020.

Il vincitore sarà premiato con la produzione di un E. P., e con il suo posizionamento nei canali della distribuzione digitale, nonché con la produzione di un cd  e con un concerto che sarà organizzato al Teatro Sociale di Fasano, città capofila del progetto HERMES.

Per concorrere al Premio, è prevista la partecipazione ad un percorso di accompagnamento che ha l’obiettivo di rafforzare le competenze dei giovani musicisti nella scrittura musicale, nell’interpretazione ed espressione scenica e nella competenza musicale.

Il percorso, proposto dall’Ass. GRIDO aps, si svolgerà in Puglia entro il mese di Giugno 2023 e sarà condotto da:
Francesco Occhiofino, in arte Reverendo – Compositore, autore, musicista;
Carlo Chicco – giornalista, DJ, conduttore radiofonico;
Piero Garone, discografico della Garone Records.

Gli artisti interessati a partecipare al Percorso e quindi concorrere al Premio potranno inviare la propria candidatura entro e non oltre le ore 18:00 del 4 Maggio 2023 all’indirizzo tpp@pec.it compilando la modulistica disponibile insieme all’Avviso nell’apposita sezione https://archivio.teatropubblicopugliese.it/amministrazione_trasparente.php

Oltre ai documenti richiesti, gli artisti dovranno indicare siti web e/o link web dove poter ascoltare nr. 03 brani da essi stessi scritti, eseguiti ed interpretati.

Una volta conclusa la call per le candidature, gli artisti selezionati saranno invitati ad esibirsi in una audizione live, durante la quale potranno eseguire i tre brani presentati insieme alla candidatura in un tempo massimo di 15 minuti ciascuno. Le audizioni si terranno il 12 Maggio dalle 20:00 alle 00:00 al “Crossroads” a Bari.

Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi alla segreteria progetti TPP: progettitpp@teatropubblicopugliese.it – tel. 0805580195

“10 Anni Tour”, intervista agli Eugenio in Via Di Gioia: sabato live al Demodè Club

Intervista con Eugenio ospite di Carlo Chicco in Avantpop, in occasione della loro tappa pugliese al Demodè Club per festaggiare 10 anni di carriera.

Dieci anni fa siamo partiti dalla strada e ci ritroveremo a festeggiare il compleanno in giro per tutta l’Italia. È bello vedere che continuiate a chiederci se siamo per per le vie di Torino a suonare, noi ogni tanto ci torniamo e tornano i ricordi di giornate passate al gelo a intonare i nostri primi brani” – una piccola preview dell’essenza di questi 4 artisti, uniti dalla voglia di far musica e trasmettere emozioni.


Dalla strada ai loro 10 anni di carriera: la band “Eugenio in Via Di Gioia” festeggia il suo decimo compleanno in giro per l’Italia e il 25 marzo fa tappa al Demodè Club per un live che si prospetta magico, soprattutto per chi li segue dagli albori del loro percorso musicale. Proprio ieri, 22 marzo, è partito il loro “10 Anni Tour“, 8 date nei club della penisola, con Torino e Bologna già sold out in prevendita. La band incontrerà tutti coloro che in questi anni li hanno accompagnati: dagli esordi con il Premio Buscaglione fino al Premio della Critica Mia Martini al Festival di Sanremo, dal primo album “Lorenzo Federici” fino a “Amore e Rivoluzione” uscito nel 2022.

Tutte le 8 date

22 MARZO – VENARIA REALE (TO) – TEATRO CONCORDIA – Sold Out
25 MARZO – BARI – DEMODÈ
26 MARZO – NAPOLI – DUEL
30 MARZO – BOLOGNA – ESTRAGON – Sold Out
1 APRILE – SENIGALLIA – MAMAMIA
4 APRILE – CIAMPINO (ROMA) – ORION
5 APRILE – PADOVA – HALL
6 APRILE – MILANO – ALCATRAZ

Intervista ai Nu Genea, dopo il successo di “Bar Mediterraneo” cosa c’è nel futuro della band: “Noi andiamo per la nostra strada e poi le cose accadono”

Con i Nu Genea ci eravamo già incrociati in tempi meno sospetti quando il loro nome era ancora Nu Guinea, “Nuova Napoli” e poi ancora il progetto Napoli Segreta. Ci siamo visti nuovamente la passata estate, durante il loro tour folgorante di “Bar Mediterraneo”, un successo che ha visto la band napoletana imporsi sul mercato discografico internazionale.

I Nu Genea sono diventati ormai un fenomeno, così come il loro suono ed il loro “linguaggio”. Non solo i portabandiera di una musicalità che vuole consacrare la napoli dei settanta ottanta, intrecciata con il jazz, il funk, il clubbing e la musica africana. Non ci sono limiti all’ispirazione, alle contaminazioni, tutto viene spontaneo e ogni nuovo ascolto si trasforma in una nuova idea, ed in questo bisogna ammetterlo sono stati molto bravi. Il “fenomeno” non smette di crescere e siamo tutti in attesa del prossimo disco. Nel back stage del Demodè Club abbiamo fatto due chiacchiere con Lucio Aquilina che insieme a Massimo Di Lena fanno, appunto, i Nu Genea.

Ci eravamo incontrati in occasione del primo disco, da allora sono cambiate tante cose, ma mi sembra che non sia cambiata quella spontaneità iniziale anche se, dopo l’incontro della scorsa estate, al Locus, mi siete sembrati ancora stupiti del successo internazionale che ha avuto il nuovo disco “Bar Mediterraneo”. Come avete vissuto questo passaggio importante?
Questo stupore ci è rimasto ancora, ma spero ci resti per tutta la nostra carriera, perché smettere di stupirsi significa che dai qualcosa per scontato e poi cade tutto il castello. È stata una crescita abbastanza lenta, piccoli passi, ed ogni volta ci fa sorridere perché questo è un progetto dove non puntiamo molto sulla comunicazione, sulle classiche sponsorizzazioni, è un progetto che si è diffuso per il passaparola, ad oggi io non ho ancora capito bene e stiamo indagando (nrd ride) per capire come mai abbiamo raggiunto numeri così elevati e importanti, ma ovviamente mi fa piacere. Come lo abbiamo affrontato poi è una bella domanda a cui non so rispondere esattamente, perché noi andiamo per la nostra strada se poi le cose accadono siamo contenti ma non c’è stato un nostro sforzo per raggiungere il successo e quindi da qui lo stupore, che si palesa ad ogni concerto che facciamo, lo stupore che ci fa capire che stiamo facendo bene. Noi siamo più o meno sempre gli stessi, non siamo cambiati.

Sul suono dei Nu Genea si è parlato tanto, Napoli, la ricerca dei vinili, tanto ascolto e scoperta sonora, l’Africa, tante fonti di ispirazione insomma che però hanno guardato soprattutto al passato, ma nel futuro della band cosa c’è?
Nel futuro c’è sempre il passato perché fa parte del nostro processo di scoperta musicale e sicuramente fonte di ispirazione e su questo io e Massimo siamo della stessa idea, è una cosa che arriva se sei pronto ad accoglierla e soprattutto se hai ascoltato tante cose del passato che spesso aiutano anche a “tizzare” questa ispirazione, perché se non hai stimoli è difficile che ti venga un’idea. Invece per noi è la fase che continua ad essere fondamentale nella nostra vita, cioè ascoltare più musica possibile scoprire nuove cose anche artisti minori per esempio, noi siamo specializzati in artisti minori, quei connubi che sono nati per esempio da quel chitarrista sconosciuto che però ha provato quella cosa particolare e così parte tutto, la scoperta è fondamentale.

Sicuramente oltre al passato effettivamente siete molto attenti anche a quello che vi accade intorno, è bello prendere ispirazione da tutte queste cose. Invece parlando del linguaggio dei Nu Genea, anche qui una mescolanza di suoni e nazionalità, il napoletano che si intreccia con l’africano ed il francese tanto da non distinguere più la differenza, potremmo persino dire che avete coniato “una nuova lingua, una lingua alla Nu Genea”
Si questo è il bello del napoletano (nrd ride) che è abbastanza duttile tanto da far sembrare un brano del Ghana come può essere “Tienatè”, che ha un tipo di flow particolare, da alcuni è visto come brano brasiliano altri ci vedono il centro Africa, alcune melodie o alcuni modi di cantare, come “Marechià” che è francese napoletano ma non te ne accorgi quando si passa da una lingua all’altra, ma perché il francese è nel napoletano, senza entrare nel merito o nella diatriba, alcuni la chiamano lingua, altri dialetto, per noi è ispirante perché si può giocare con le lingue ed i suoni, prendere qua e là ed avere un suono nostro che non è riconducibile ne là e ne qua.

A questo punto la conditio sine qua non è essere napoletani, cioè l’appartenenza è alla base del progetto, se voi non foste napoletani allora il progetto non esisterebbe
Beh effettivamente, noi abbiamo avuto una grande fortuna che non tutti hanno perché abbiamo un patrimonio culturale importante, è chiaro che bisogna valorizzarlo, noi portiamo avanti la nostra cultura e cercare di mescolarla con altre. Di base partiamo con un bagaglio che non è farina del nostro sacco ma abbiamo avuto la fortuna di ereditarla e vogliano promuoverla il più possibile per chi non la conoscesse, soprattutto all’estero per esempio e questo ci fa molto piacere.

Il vostro rapporto con la Puglia? Siete venuti qui spesso e avete un pubblico enorme che vi segue da sempre
Si la Puglia è una delle regioni più calde, si dai primi concerti di Nuova Napoli c’è stato un riscontro importante, ricordo ad Ostuni per esempio non ci aspettavamo questa calca c’era gente anche oltre le transenne che stava li fuori ad urlare, è stato incredibile, ma anche la data all’Anchecinema o le due al Locus sono state incredibili. La Puglia è speciale, c’è anche un feeling particolare, una vicinanza o “cugginanza” no? Voi fate la burrata noi facciamo la mozzarella, quando facciamo noi la burrata ci criticate quando fate voi la mozzarella vi critichiamo noi, però ci vogliamo bene!!

Pier Paolo Pasolini, il disco solista ma anche il futuro dei La Crus. Intervista a Mauro Ermanno Giovanardi.

Intervista con Mauro Ermanno Giovanardi, che torna su RKO ospite di Carlo Chicco per parlare di una nuova uscita discografica, tributo a Pier Paolo Pasolini, ma c’è spazio anche per una grande novità che farà impazzire tutti i fan dei La Crus.

E’ disponibile da oggi, nei migliori store online e negozi di dischi, il vinile 45 giri di Mauro Ermanno Giovanardi “Cosa Resterà”, personale omaggio del fondatore dei La Crus a Pier Paolo Pasolini

Il vinile da collezione stampato in sole 300 copie numerate ed autografate dall’artista, vede sul Lato A l’inedito scritto da Giovanardi insieme a Maria Pia Leziroli “Cosa resterà”, mentre sul Lato B è incisa la sua rivisitazione di “Una storia sbagliata”, brano composto da Fabrizio De Andrè e Massimo Bubola originariamente dedicato proprio a Pier Paolo Pasolini. Il progetto è pubblicato da Vrec Music Label con distribuzione Audioglobe.


LATO A: L’inedito “Cosa Resterà”, disponibile anche negli store digitali e piattaforme streaming, è nato per accompagnare il cortometraggio realizzato da Monica Giordano dal titolo originale “Tu sei bello come una stella” già online, interamente in stop-motion e dedicato a Pier Paolo Pasolini. “Cosa resterà” è stato prodotto da Giovanardi e Leziroli, arrangiato e registrato da Max Zanotti, mixato da Lele Battista e masterizzato da Giovanni Versari.


LATO B: “Una storia sbagliata” è la cover rarità incisa sul Lato B del 45 giri e non sarà pubblicata negli store digitali. Il brano «è spesso incluso nei miei spettacoli dal vivo – afferma Giovanardi – ed è stato naturale inciderla per impreziosire il progetto che è uscito tra il 2 novembre ed il 5 marzo, date simbolo di scomparsa e nascita di Pasolini, uno degli autori più influenti della cultura italiana la fine di un’epoca e la nascita dell’omologazione culturale ed economica» “Una storia sbagliata” interpretato da Giovanardi con Marco Causino alla chitarra acustica, è stato prodotto da Giovanardi e Leziroli, arrangiato da Giovanardi, Causino e Lele Battista, registrato da Lele Battista e masterizzato da Giovanni Versari.


L’artwork di copertina è una foto di Ilenia Costantino estratta dal cortometraggio in stop-motion “Tu sei bello come una stella” di Monica Giordano.


Nato a Monza il 3 maggio del 1962, Mauro Ermanno Giovanardi è cantautore raffinato e poliedrico, da più di 20 anni sulla scena musicale italiana come autore, interprete, performer, produttore discografico e direttore artistico di prestigiosi festival di musica e letteratura. Tra i creatori della scena underground in Italia, fonda nel 1993 i La Crus, band dirompente che cambia le regole della musica alternativa italiana. Solista dal 2007, i suoi lavori sono espressioni di ricerca di atmosfere sempre diverse eppure accomunate da un’impronta inconfondibile e sincera, libera di muoversi fra il rock, il pop, la tradizione cantautorale italiana e spettacoli di teatro canzone. Quattro volte Targa Tenco. Ha realizzato 3 album con la band The Carnival Of Fools, 8 album con i La Crus e 5 come artista solista.

“I.M.” è l’esordio discografico di LO:VE. Ne parliamo con Carlotta Amore

In occasione dell’uscita del suo disco “I.M.” incontriamo Carlo Amore, in arte LO:VE per parlare del suo esordio e del suo viaggio sonoro.

Carlotta Amore è una chitarrista/compositrice. Il suo progetto musicale, solista e strumentale,LO:VE, si basa su sonorità ambient, postrock, shoegaze. Cerca nuovi suoni utilizzando l’elettronica e percorsi visivi per esplorare i limiti del suono e creare un’esperienza unica e accattivante

“I.M.”,album d’esordio, di LOVE, può essere descritto come un viaggio creativo nelle profondità del suono e dell’emozione. LO:VE ha
realizzato un percorso audio-visivo, un flusso di coscienza, in grado
di esplorare coscienza, percezione, emotività. Il disco è pensato
come un’opera aperta, in continua evoluzione;
simboli, figure ed elementi sonori si fondono dando vita ad un immaginario in cui proiettarsi. L’obiettivo della compositrice è di creare un universo di significati in cui l’ascoltatore sviluppi la propria personale
interpretazione.

Intervista con Carolina Bubbico. Sanremo 2023 e il nuovo album in arrivo

Reduce dal successo a Sanremo 2023 come direttrice d’orchestra al fianco di Elodie, in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo abbiamo intervistato la grande Carolina Bubbico. Venerdì 17 febbraio è uscito “Portami a ballare”, il nuovo singolo di CAROLINA BUBBICO, per l’etichetta Sun Village Records.

Dopo la partecipazione all’ultima edizione del Festival di Sanremo in veste di arrangiatrice e direttrice d’orchestra per Elodie e l’annuncio del tour che la vedrà impegnata dal 24 al 28 febbraio in quattro date speciali con lo spettacolo “Il dono dell’ubiquità” (Pisa, Roma, Bologna e Milano), Carolina Bubbico prosegue il suo percorso artistico con l’uscita del nuovo singolo “Portami a ballare” che anticipa il nuovo album di inediti previsto per l’autunno 2023.

Cantante, pianista, arrangiatrice e direttrice d’orchestra e con tre album all’attivo, Carolina Bubbico è un’artista poliedrica e completa, con importanti esperienze e partecipazioni che l’hanno portata a esibirsi nei più significativi festival italiani ed internazionali e in importanti club, tra cui i Blue Note di Milano, Tokyo e Pechino al fianco di Nicola Conte e in luoghi unici come l’Arena di Verona e Piazza del Popolo a Roma come vocalist e tastierista nel tour 2022 di Raf.

Come direttrice d’orchestra vanta il primato di essere stata nel 2015 la più giovane arrangiatrice e direttrice d’orchestra che abbia mai calcato il palco del festival di Sanremo, dirigendo Il Volo – vincitori di quell’edizione – e Serena Brancale.

Il nuovo singolo, prodotto, mixato e masterizzato da Filippo Bubbico, riconferma l’ecletticità dell’artista, capace di creare atmosfere sonore dinamiche e ricercate.

“Portami a ballare dove la pioggia ci farà scoprire” canta dolcemente la voce di un’amante che desidera essere scelta dall’uomo di cui è innamorata. Un amore giovane e nascosto che non vede l’ora di essere vissuto alla luce del mondo. Come fosse una danza sotto la pioggia che tutto lava e tutto rivela, la verità di questo amore chiede di venir fuori. In fin dei conti quando una relazione ha motivo di essere, nella
borsa e nelle tasche piove di già. Non resta che prenderne atto e ballare.

Cleo T. presenta il nuovo album”How do you findyour way in the dark?”e le date del tour in Puglia. Qui l’intervista.

Dopo aver lanciato il primo estratto“How Beautiful”, la cantautrice francese Cleo T. presenta il nuovo album “How do you find your way in the dark?”, in uscita il 4 marzo 2023 per l’etichetta tedesca Im Traum e prodotto dal brillante produttore Alex Somers, noto per il suo lavoro con i Sigur Ros e Jonsi & Alex. Qui l’intervista fatta da Carlo Chicco.

Il disco è un’opera onirica che fonde strumenti classici, voci e atmosfere cinematografiche, che ricordano l’oscuro fascino di Julee Cruise ed il lavoro di Badalamenti, dove la voce soprano di Cleo dialoga con un pianoforte e un violoncello, in uno spazio ultra-riverberato.

In “How do you find your way in the dark?” Cleo ci trasporta nella terra dei sogni e dei ricordi, dove le parole scompaiono trasformandosi in emozioni pure. Il risultato è un soundwork onirico, oscuro, romantico e intimamente raffinato, con influenze tra Agnes Obel, Florence Welsh, Bat for Lashes e Chopin.

Cleo ha approfondito la sua tecnica vocale collaborando con una cantante lirica e grazie a questo approccio operistico, è arrivata a una nuova espressione inedita del canto, dove l’emozione attraversa la voce come uno strumento, come un violoncello, ultimo protagonista di questa nuova opera. Nel complesso, il pianoforte, il violoncello e la sua voce soprano hanno creato il suo nuovo linguaggio, dove le parole lasciano il posto all’emozione.

Anche l’emozione può essere considerata come una delle chiavi centrali di questo nuovo disco, vista l’esperienza personale di Cleo che ha vissuto la sua prima maternità mentre scriveva l’album, insieme al suo compagno e marito Valentin Mussou (violoncello, sintetizzatori) cercando una risposta a questa domanda metafisica: “How do you find your way in the dark?”.

Queste le prime date del tour che la vedranno impegnata live nel nostro Paese fine febbraio/inizio marzo, altre verranno annunciate in seguito:

23 febbraio – Cantine Arpi (Foggia)
24 febbraio – Mercato Nuovo (Taranto)
25 febbraio – Arci Stand By (Santeramo in Colle -Bari)
26 febbraio – Jungle (Nardò – Lecce)

28 febbraio – Big Easy (Reggio Calabria)
1 marzo – The Boozer (Catania)
2 marzo – Fabbrica102 (Palermo)
3 marzo – Sonica (Siracusa)
4 marzo – Foyer Teatro Naselli (Comiso – Reggio Calabria)

“La primavera della mia vita”, intervista a Colapesce e Dimartino

La primavera della mia vita è il debutto cinematografico del duo musicale Colapesce e Dimartino, ovvero Lorenzo Urciullo e Antonio Di Martino. Qui attori, autori delle musiche e sceneggiatori insieme a Michele Astori e a Zavvo Nicolosi, che è anche il regista del film e di tutti i videoclip della coppia artistica.

Lorenzo e Antonio erano grandi amici e avevano raggiunto il successo musicale con il duo ‘I metafisici’, ma Antonio è poi scomparso senza dare spiegazioni. Tre anni dopo, Antonio contatta la manager del duo e offre a Lorenzo un misterioso progetto che gli varrà un compenso di 90mila euro (esentasse). Pur riluttante, Lorenzo si reca a Palermo dove ritrova Antonio che gli propone di scrivere insieme un libro sulle leggende siciliane. I due intraprendono un viaggio di otto giorni durante il quale incontreranno i personaggi più strani, da un “coro degli albini” a un pirata siculo, da un sedicente discendente di Shakespeare a un gruppo di fan di Jim Morrison, da un impersonatore di Re Artù a una fila di garibaldini nostalgici, più i membri dell’Antico Ordine Semenita che dovrebbe aiutare Antonio a connettersi con l’Albero Cosmico.

Il problema de La Primavera nella mia Vita diretto da Nicolosi risiede nel passaggio alla dimensione del lungometraggio per il grande schermo: perché mentre i videoclip musicali di Zavvo, Colapesce e Dimartino sono straordinariamente efficaci nell’abbinare le musiche pop raffinate e il look nerd del duo a immagini rarefatte e stranianti come i testi dei due musicisti, sulla lunghezza e la costruzione cinematografica i tre non riescono a cambiare format e passo e rimangono impantanati in una terra di mezzo che col cinema ha poco a che spartire.

Se l’ispirazione filmica stralunata di La primavera della mia vita potrebbero essere i primi Ciprì e Maresco, manca la loro capacità di satira sociale, e mancano anche i tempi cinematografici di Franchi e Ingrassia o il ritmo narrativo di Ficarra e Picone, tanto per restare in Sicilia e nella volontà di affrontare stereotipi della sicilianità.

Invece la cifra alternativa ma accessibile che rende Colapesce e Dimartino così potenti in musica si smarrisce in un ritmo zoppicante, in dialoghi troppo scritti e battute troppo ragionate, e in un arco drammaturgico che non ha il respiro di un lungometraggio. Ma non appena La primavera della mia vita passa alle scene musicate, che siano performance del duo o immagini al ritmo delle loro canzoni, tutto prende forma, senso e quota, si riallinea e ritrova quell’estetica e poetica che rende memorabili (e amabili) Colapesce e Dimartino.

Esce il primo singolo di IUCCA, “Amore senza fretta”: fuori il 27 dicembre per la NOS/Believe

IUCCA è lo pseudonimo di Dino Semeraro, musicista, compositore e autore pugliese che presenta il suo nuovo progetto musicale nelle vesti di solista, avendone composto musica, testi e arrangiamenti.

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I Verdena in concerto oggi a Bari per presentare “Volevo Magia”: Qui la nostra intervista.

Il trio bergamasco dei Verdena sarà in concerto oggi al Palaflorio di Bari sabato 26 novembre per presentare il nuovo album “Volevo magia”, uscito il 23 settembre 2022 su etichetta Capitol Records/Universal Music Italy. Qui l’intervista fatta dal nostro Carlo Chicco.

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