Parte oggi la ventunesima edizione del Multiculturita Summer Festival, rassegna organizzata dall’associazione Multiculturita, questa sera live Simona Molinari e domani attesissimo Dardust. Qui l’intervista del nostro Carlo Chicco.
Il festival, come già annunciato, offre anche gli spazi del Multiculturita Village, nell’area antistante il Sagrato della Basilica Pontificia di Santa Maria del Pozzo, dove sarà possibile degustare prelibatezze gastronomiche pugliesi e birre artigianali ascoltando ottima musica.
Dopo il concerto di Simona Molinari, venerdì21 luglio sarà la volta dell’attesissima performance di Dardust, pianista tra i più ascoltati al mondo della nuova generazione, compositore e produttore dei più grandi successi degli ultimi anni con un palmarès di oltre 70 dischi di Platino e oltre 500 milioni di streams. Dardust è Dario Faini, pianista italiano tra i più ascoltati al mondo della nuova generazione. La sua musica ha accompagnato eventi di richiamo internazionale come il Superbowl, l’NBA All Star Game, il Keynote Apple e il Flag Handover nella Cerimonia di Chiusura dei Giochi Olimpici di Beijing 2022, solo per citarne alcuni. Autore e produttore d’eccezione, ha firmato numerosi grandi successi per artisti come Marco Mengoni, Emma Marrone, Alessandra Amoroso, The Giornalisti, Elisa, Elodie, Madame, Noemi, la Rappresentante di Lista, Mahmood, Lazza etc. vantando così un palmarès di oltre 70 dischi di Platino e oltre 500 milioni di streams.
Nell’estate del 2022 è Maestro Concertatore della speciale 25esima edizione Notte della Taranta di Melpignano in Puglia. Nella primavera del 2023 Dardust parte per il suo Duality Tour, tournée che tocca le principali città italiane e capitali europee portando in scena questa dualità in due atti, attraverso un’esperienza live multidimensionale e unica, con effetti visivi spettacolari: un primo atto in piano solo con una costruzione teatrale, tra le pareti di un interno giapponese e l’avvicendarsi delle quattro stagioni. Il secondo con l’elettronica al centro e un paesaggio dinamico e unico sullo sfondo, tra visual, manga e ispirazioni che corrono dall’omaggio a Miyazaki a Ryūichi Sakamoto, fino alla metafora del Kintsugi.
Viva! Festival svela l’eccezionale cartellone della settima edizione: dal 3 al 6 agosto la rassegna pugliese porterà in Valle D’Itria alcuni tra i più prestigiosi e avveniristici set e live della scena internazionale, riassumendo tutto ciò che di meglio si può trovare nella musica contemporanea di qualità.
Viva! Festival arricchisce la line up: il 2 agosto Mace e Venerus saranno protagonisti di uno speciale dj set b2b nella splendida cornice della Masseria Grofoleo in collaborazione con The Kraken Tentacle Days. A questo annuncio si aggiungono anche Hiver e Z.I.P.P.O., dj che suoneranno durante gli after party di giovedì 3 e venerdì 4 agosto.
Il festival si estende da quattro a cinque giorni, offrendo una line up di protagonisti straordinari: l’elettronica sofisticata e sognante dell’inglese BONOBO, il live di uno degli artisti elettronici più stimati dal vivo il canadese CARIBOU(che sarà sul palco del Circolo Magnolia a Milano il 13 luglio per l’anteprima milanese del festival), il leggendario duo TALIB KWELI e MADLIB, in esclusiva per l’Italia, icone della scena hip hop mondiale, lo storico gruppo funk britannico attivo dagli anni ‘70 CYMANDE al Viva! per l’unica data italiana, l’eclettico dj fuoriclasse dei piatti DANILO PLESSOW conosciuto anche come MOTOR CITY DRUM ENSEMBLE, la creatività colorata del tedesco DJ KOZE in esclusiva per l’Italia, il francese FOLAMOUR che ha rivitalizzato la disco con il suo sound unico, la nota autrice, producer e dj canadese nominata per i Grammy Awards 2021 JAYDA G, il pioniere della dubstep e tra i fondatori della celebre etichetta Hyperdub KODE9, l’alternative rock degli svedesi LITTLE DRAGON, l’astro nascente delle avanguardie R’n’B ‘ di Los Angeles LIV.E, la nuova promessa dello UK Jazz MARIA CHIARA ARGIRÒ, la leggenda di Detroit MOODYMANN, il set del poliedrico disc jokey e producer inglese MR SCRUFF, il jazz-funk made in Napoli di PELLEGRINO & ZODYACO, il live set del milanese TURBOJAZZ, contaminato dalle influenze del soul anni ’70 e del funk boogie degli ’80.
The Kraken Tentacle Days è l’opening party ufficiale di VIVA! Festival 2023.
The Kraken Tentacle Days il format d’intrattenimento di successo di The Kraken – il black spiced caraibico distribuito da Gruppo Montenegro – ritorna in grande stile riemergendo dalle oscurità del mare per la sua prima edizione estiva.
Per questa sua prima volta, il Signore degli Abissi, si affianca a uno dei più importanti Festival musicali dell’estate italiana 2023 con una line up incredibile:
MACE e VENERUS, artisti e protagonisti indiscussi del rinnovamento della musica italiana, apriranno l’evento con un dj set pensato per l’occasione. L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. Fino al 15 luglio possibilità di prenotazione riservata unicamente ai possessori di Pass e Dream Pass.
Una programmazione di show originali che animeranno uno dei territori più affascinanti del Sud Italia, la Valle d’Itria a partire dal palco situato nell’ incantevole Masseria Grofoleo a Locorotondo e nella magnifica spiaggia di Cala Masciola che farà da scenario ad un concerto all’alba di domenica 6 agosto.
L’intreccio tra antico e moderno, avanguardia e tradizione, è la cifra che da sempre ha contraddistinto il festival pugliese. VIVA! Festival si inserisce in un contesto con un’identità unica, ricco di cultura e di bellezze paesaggistiche ed architettoniche, di cui celebra e valorizza le diverse anime proponendo una programmazione contemporanea pur mantenendo saldo il legame con le radici e la storia del territorio.
L’evento nel corso degli anni ha ospitato le performance di alcuni fra gli artisti più significativi della scena elettronica e alternativa internazionale, registrando un grande successo di pubblico – italiano ed europeo- per uno dei festival più interessanti e attesi della Penisola.
Le improvvisazioni, il riverbero, il mellotron, il wah-wah, il feedback e le registrazioni al contrario. Gli assoli dilatati, il sitar, i testi surreali e astratti, l’influenza delle droghe allucinogene. Reale o presunta fa lo stesso. Tutto questo e molto altro rientra nel grande libro della musica psichedelica: le prime pagine di questo libro (dopo la fondamentale – e seminale – introduzione costituita dall’album dei Beatles Revolver; un mondo senza Tomorrow Never Knows non si può concepire) sono state scritte a metà degli anni sessanta da una band originaria di Austin, Texas. Il loro nome tradotto in italiano suona così: Gli Ascensori per il Tredicesimo Piano. Il loro disco d’esordio vede la luce nel 1966, soltanto due mesi dopo Revolver, e si chiama The Psychedelic Sounds of the 13th Floor Elevators.
Al via oggi la seconda parte del Next Generation Music Award che si svolgerà fino al 18 giugno a Taranto nell’ambito del Medimex 2023. Oltre a partecipare all’ultima fase del percorso di formazione, i tre finalisti si alterneranno in tre concerti live: aprirà il 13 giugnoMarco Redshot, il 15 giugno sarà la volta di Gea,il 17 giugno infine si esibiràIll Preso Male. La finalissima, invece, è in programma domenica 18 giugno. Tutti i concerti si terranno a partire dalle ore 18:00 a Stazione 37 a Taranto (ingresso gratuito). Tutti i podcast saranno a disposizione del pubblico su Radio Medimex (www.medimex.it).
È ancora aperta, invece, la votazione online, il cui esito si unirà al giudizio della commissione di esperti, e consentirà ad uno dei tre finalisti di vincere la produzione di un disco. È possibile esprimere una preferenza al seguente link: https://form.jotform.com/230785661176059
Gianluigi Trevisi, coordinatore di Experimenta 2023, racconta nell’intervista di Carlo Chicco, questa nuova edizione divisa in tre fasi. Torna “Experimenta”, alla sua XXIV edizione. Quest’anno la rassegna si terrà in tre luoghi diversi: all’Officina degli Esordi a Bari (25-28 maggio), al Laboratorio Urbano Mat di Terlizzi (l’1, il 2, e il 9 giugno) e, infine, ad Alberobello, dove nel 1999 la manifestazione è nata (info: herostrato.coop@gmail.com). Come consuetudine il programma della rassegna è vario e senza un tema portante, ma indaga sulle trasformazioni in corso nella musica elettronica. Anche quest’anno ci sarà un ampio spazio rivolto all’universo femminile, con uno sguardo particolare alle tematiche di genere, ospitando alcune musiciste protagoniste attive nella lotta contro discriminazione e violenza per il riconoscimento dei diritti delle minoranze.
“Obsolescenza Controllata”, questo ironico richiamo alle complicazioni dell’Uomo/Merce, sarà il primo capitolo della rassegna – precisa il coordinatore Gianluigi Trevisi-. Un ex-cursus nei territori dell’elettronica “colta”. quella che si riconosce nel percorso delle avanguardie che, a partire da gli Anni ’50, hanno iniziato ad esplorare, in piena era analogica, il suono delle macchine. Molti dei cosiddetti producers elettronici dei nostri tempi, attivi sulla scena dei grandi club e dei più importanti festival, avvertono distintamente di essere approdati ad un punto musicale di non ritorno. I più intelligenti si stanno voltando indietro cercando ispirazione nelle origini, guardando alle avanguardie come stanno già facendo da molti anni alcuni raffinati guru come Paul David Miller (Dj Spooky) Jon Hopkins, Ben Frost tra gli altri. Innovazione all’interno di un saggio recupero degli studi e delle esperienze del passato in questo campo. Molti degli ospiti di questa edizione di Experimenta sposano questa idea e con grande coraggio sfidando le mode si stanno muovendo in questa direzione”.
Nella prima serata di “Obsolescenza controllata”, giovedì 25 all’Officina degli Esordi, sarà dato spazio all’artista inglese Anat Ben David, che è donna e, allo stesso tempo, una sound artist che nella sua ricerca sonora propone lavori che sono al confine tra suono e visual art (il suo ultimo lavoro è stata una sonorizzazione artistica al Victoria Albert Museum di Londra). Nella stessa serata lungo un orizzonte analogo ci sranno i newyorchesi Leya (arpa, violino ed elettronica), un labirinto di suoni tra modern classical ed elettronica, piccole e sinuose songs come madrigali di un futuro lontano.
Nei giorni successivi, ci saranno una serie molto varia di declinazioni elettroniche, a iniziare da Maurizio Mazzenga, leader dei Mokadelic. Nel suo nuovo progetto Ueno, fatto di visual e musica, immerge intuizioni sviluppate anche per soundtrack come “Gomorra”, in un contesto molto più elettronico con suoni acustici sempre più rarefatti con l’apporto di Marco Malasomma, uno dei più raffinati architetti del suono sintetico del nostro territorio (venerdì 26). Questa ricognizione in una nuova idea di elettronica prosegue con Andrea Taeggi, maestro e docente a Berlino, il nome più importante oggi in Italia sul versante della ricerca pura in ambito elettronico (domenica 28). A seguire i set di dream/noise dell’inglese Andrew Norris e il dream pop lacerato da squarci techno della portoghese Marlene Ribeiro. L’ampio catalogo dedicato allo studio su alcune nuove strade della musica elettronica sarà intervallato, sabato 27, da due nuove voci del mondo indie italiano: la giovane e grintosa Caterina Croppelli e l’ormai nota antieroina di quartiere Giorgieness, al secolo Giorgia D’Eraclea, una spregiudicata e appassionata interprete che si sta imponendo con una forte identità vocale. Un elegante pop sperimentale che si va imponendo come una delle vere novità della scena italiana stancamente affollata da tanta trap e dintorni.
Sulla stessa sintonia, ma con provenienza da latitudini diverse, al Mat di Terlizzi tra l’1 e il 9 giugno troveremo mescolate le sonorità rock ed elettronica con le tematiche di genere, quelle che riguardano le donne e l’universo LGBT+. S’inizia, giovedì 1 giugno, con l’ironia del gruppo tedesco tutto femminile di What are People for? Un rock deciso, dolcemente irruente e carico di idee sonore originali e fuori dagli schemi, in una notte che andrà a concludersi con i colori del dj set di Menzi, dj sudafricano pioniere del gqom (l’house di danza e di lotta dei sobborghi di Durban). Per festeggiare la Repubblica, venerdì 2 giugno, ci sarà la raffinatissima performance della trans sudafricana Angel-Ho, producer di talento e simbolo della lotta per i diritti delle minoranze discriminate in tutta l’Africa. Sempre in questa lunga giornata ci sarà la pluripremiata violinista (“corpofonista”) austriaca Mia Zabelka in una singolare performance, mentre l’after midnight sarà affidata alla divina ChasuMamba Negra la dj brasiliana fondatrice dell’omonimo collettivo di artisti (anche di una radio) per la difesa dei diritti LGBT+ in Sud America. A chiudere il capitolo “Obsolescenza Controllata”, “VioLenti” il racconto intimo e appassionato dei nostri tempi, tra politico e personale, di Luca “O’Zulù” Persico, anima dei 99 Posse in scena con il violinista Edo Notarloberti. A seguire dj set. A fine giugno, tra il 23 e il 25, Experimenta si sposterà ad Alberobello, con un cast di artisti che sarà reso noto nei prossimi giorni.
Multiculturita torna per la XXI edizione, ne parliamo con il direttore generale Nicola Taranto. Oltre a Dardust saranno Simona Molinari ed Edoardo Bennato le altre due star che definiscono il cartellone della ventunesima edizione del Multiculturita Summer Festival, rassegna organizzata dall’associazione Multiculturita, con il sostegno dell’Amministrazione Comunale di Capurso e il main sponsor Web Italia.
Sarà Simona Molinari il 20 luglio ad aprire i tre giorni della kermesse capursese.
Recentemente insignita della Targa Tenco come migliore interprete per l’album “Petali”, torna live con un repertorio che spazierà dai suoi brani più celebri, a reinterpretazioni in chiave personale di alcuni successi del cantautorato italiano per lei significativi, fino ai brani contenuti in “Petali”, album che ha riportato l’artista sulla scena discografica con la sua eccezionale vocalità e raffinatezza nella versione più intima e libera di sé, a seguito di un’evoluzione personale e una rivoluzione artistica. Ad accompagnarla sul palco un quartetto di grandi musicisti formato da Claudio Filippini (pianoforte), Egidio Marchitelli (chitarra), Nicola Di Camillo (basso) e Fabio Colella (batteria).
Il 21 luglio, come già annunciato, sarà la volta di Dardust, pianista tra i più ascoltati al mondo della nuova generazione, compositore e produttore dei più grandi successi degli ultimi anni con un palmarès di oltre 70 dischi di Platino e oltre 500 milioni di streams. Mentre il 22 luglio sul palco del Multiculturita arriverà una vera e propria leggenda del cantautorato italiano: Edoardo Bennato.
Torna il cantastorie che da quarant’anni immortala con le sue canzoni il mondo odierno, fatto di buoni e cattivi, sbeffeggiando i potenti, inneggiando alla forza umana delle persone comuni, senza mai dimenticare il più classico tra i sentimenti ispiratori di ogni Artista: l’Amore.
Edoardo Bennato torna live con un concerto ad alto contenuto Rock&Blues proponendo i suoi brani più celebri e una selezione di nuove canzoni tratte dall’ultimo album ‘Non c’è’. Due ore di musica, video coinvolgenti e l’interazione con il pubblico, per un evento da vivere dall’inizio alla fine. Un’esperienza emozionale con i brani e le melodie che sono entrati a far parte del nostro immaginario collettivo a cui sarà difficile resistere; per ritrovare, attraverso il potere della musica, vibrazioni ed emozioni che fanno bene all’anima.
Ad affiancarlo sul palco ci sarà la BeBand, la formazione storica che lo segue ormai da anni.
Orgoglioso il presidente del Multiculturita Giacomo Santorsola: “Posso affermare con grande orgoglio e senza dubbio che quella che vivremo quest’anno sarà una fra le più interessanti edizioni del Multiculturita Summer Festival. Dopo aver ospitato musicisti di fama mondiale, la direzione artistica ha pensato bene di puntare su tre nomi straordinari della scena musicale italiana: la cantautrice Simona Molinari, il contemporaneo Dardust e il rocker Edoardo Bennato. Considerando sempre il jazz alfiere del Multiculturita, nell’edizione 2023 il rock e la musica elettronica saranno protagonisti in un contesto rivolto anche alle nuove generazioni.”
Il direttore generale del festival Nicola Taranto dichiara: “Ventuno edizioni non si raggiungono per caso.Multiculturita è un esempio concreto di come i grandi eventi possano fiorire anche in contesti non metropolitani, grazie alla passione, all’impegno e alla tenacia delle persone che vi lavorano. Un grande grazie per il sostegno va anche al Comune di Capurso e a tutti gli sponsor che investono nel nostro marchio.
Siamo fermamente convinti che l’arte e la cultura siano essenziali per lo sviluppo di una comunità e per questo ci impegniamo a far sì che il nostro festival continui a essere un punto di riferimento per il nostro hinterland.”
Showcase di presentazione del nuovo album di Diodato alla Feltrinelli di Bari, conduzione e intervista a cura di Carlo Chicco. È uscito il 24 marzo “Così speciale” per Carosello Records, il nuovo album di inediti di Diodato, che sancisce il ritorno di uno degli artisti più amati degli ultimi anni e tra i più premiati della storia della musica italiana. Diodato sceglie di tornare con un album dalla forte identità sonora, che riesce a passare dall’intimità di un piano e di una voce ad arrangiamenti corposi, potenti, che sublimano i concetti espressi in una catarsi sonora.
Scritto, arrangiato e artisticamente diretto da Diodato, “Così speciale” è un album figlio della volontà di essere suonato soltanto da musicisti in carne ed ossa ed è stato prodotto e mixato da Tommaso Colliva, produttore discografico di fama internazionale e vincitore di un Grammy Award nel 2015, e masterizzato da Giovanni Versari. Le sessioni di registrazione che hanno portato alla sua nascita, che hanno compreso anche sezioni orchestrali, sono state realizzate spesso in presa diretta, senza ulteriori sovraincisioni, soprattutto per quanto riguarda i brani in cui emerge più il sound da band.
L’album si compone di dieci tracce che rappresentano dieci attimi di vita, “sguardi sul mondo e tuffi negli abissi interiori per provare a riemergere con dieci fiori che profumano di vita”.Ancora una volta Diodato ci conduce al cuore delle questioni umane, arrivando in profondità, per tornare a rifiorire in superficie ancor più forti, consapevoli e arricchiti dal proprio vissuto.
Per vestire la copertina del suo quarto album di inediti Diodato si è affidato nuovamente a Paolo De Francesco, con cui aveva già collaborato per il precedente album “Che vita meravigliosa”, che ha realizzato un artworkliberamente ispirato a “Flowers” dell’artista giapponese Tetsumi Kudo, che Diodato aveva visto in occasione della Biennale d’arte di Venezia dello scorso anno.
“Quei fiori erano così potenti, così evocativi, che sembravano racchiudere la proiezione dei desideri, delle paure, delle metamorfosi dell’animo umano. Erano ciò che cercavo da tempo per esprimere visivamente ciò che stavo registrando in quei mesi. Ho fotografato allora alcuni dettagli dell’opera e li ho mostrati a Paolo De Francesco pensando potessero essere quegli scatti stessi la cover del nuovo album. Lui mi ha chiesto del tempo per provare a ragionarci e qualche settimana dopo mi ha inviato quella che è diventata la cover. Pensavo avesse semplicemente rielaborato un mio scatto graficamente e invece ho poi scoperto che aveva creato due fiori di carta crespa, colorandoli con acquerelli liquidi e fotografandoli. Tutto l’artwork è composto da fotografie di dettagli della sua creazione” racconta Diodato a proposito della nascita dell’artwork del disco.
Come ormai da tradizione,“Così speciale” (Carosello Records) è stato anticipato dall’uscita dell’omonimo brano, una ballad, un pianoforte che vibra in una stanza e una voce che vibra con esso, con la sola esigenza di raccontare. Autenticità, emotività, cura e passione sono gli aspetti che la canzone ha svelato dell’omonimo album, che sarà disponibile in formato CD, vinile, vinile autografato in esclusiva su Amazon e in una speciale box deluxe in tiratura limitata e numerata contenente CD con artwork bianco, vinile con artwork bianco e differente grafica, 2 fogli di sticker che richiamano i fiori della cover in diverse dimensioni e due stampe in alta qualità, una delle quali realizzata dal fotografo Alessio Albi.
L’album “Così speciale” arriva dopo lo straordinario successo del disco “Che vita meravigliosa” (certificato platino), uno dei progetti discografici più seguiti degli ultimi anni e tra i più premiati della storia della musica italiana, anticipato da “Fai Rumore”(Carosello Records), brano certificato triplo disco di platino con cui Diodato ha trionfato nel 2020 al 70esimo Festival di Sanremo e con cui si è esibito nel 2022 all’Eurovision Song Contest di Torino, regalando a tutto il mondo una performance iconica e indimenticabile. Fanno parte del disco “Che vita meravigliosa” anche l’omonimo brano – disco d’oro – parte della colonna sonora de “La Dea Fortuna” di Ferzan Özpetek, che gli è valso per la miglior canzone originale il premio David di Donatello, il Nastro d’argento e il Ciak d’oro, e il grande successo “Fino a farci scomparire” (certificato disco d’oro).
Con questo album Diodato mette in atto ancora una volta il perfetto connubio tra il suo stile di scrittura introspettivo, solido e intenso, capace di raccontare la verità di ognuno di noi, e la ricerca di un sound dinamico e mai prevedibile, ormai cifra stilistica del cantautore.
L’album si apre con “Ci vorrebbe un miracolo”, in cui Diodato fornisce un’istantanea dei tempi strani in cui viviamo, in cui ognuno sente di dover dire la sua e dove spesso l’arroganza fa da padrone. La tracklist prosegue con la title track “Così speciale”,una dichiarazione sull’importanza dell’abilità di sapere discernere gli attimi di vita che sono doni preziosi che potremmo definire speciali. Dalla salvifica consapevolezza del brano che dà il titolo all’album si passa poi al processo che ci porta in maniera naturale a legarci indissolubilmente a una persona che diventa il fulcro della nostra esistenza, minuziosamente descritto dal brano “Ormai non c’eri che tu”. L’album continua con “Che casino”, in cui una musica che esplode accompagna le riflessioni di Diodato, che racconta la matassa esistenziale di una mente che cerca di evadere alla ricerca di stimoli sempre nuovi. “Occhiali da sole” raccoglie le aspettative di una vita, le nostre e quelle delle persone che ci amano e osservano. “Buco nero” è il tuffo per eccellenza negli abissi interiori dell’uomo, è la spinta più profonda verso ciò che è più pericoloso, che al tempo stesso attrae. La tracklist prosegue con “Ci dobbiamo incontrare”, è quasi un segreto custodito gelosamente e una consapevolezza condivisa solo da chi è parte integrante di una storia, a scapito di chi crede di saperne di più. “Se mi vuoi” è un’immersione nella mutevole materia del desiderio, un tentativo riuscito di tracciarne i chiaroscuri, di delineare i sussulti di una fiamma che brucia. Con “Lasciati andare”Diodato passa al vaglio le ragioni della testa e del cuore per comporre uno scanzonato dialogo in cui, in un sovvertimento dei ruoli canonici, la testa invita il cuore ad abbandonarsi ai piaceri dell’amore, nonostante le bastonate precedenti. Il viaggio musicale di Diodato si conclude con una bandiera bianca, “Vieni a ridere di me”, in cui canta un’anima che rimbalzando tra serie tv, cibo e stralci di quotidianità si rende conto di voler condividere tutto con l’unica persona che inizialmente desiderava dimenticare.
Diodato mantiene la promessa del doversi incontrare e ad aprile partirà l’instore tour che lo porterà a Milano, Roma, Torino, Bari, Taranto e Palermo, questi gli appuntamenti: il 24 marzo a Milano (ore 18:30 – laFeltrinelli P.zza Duomo); il 25 marzo a Roma (ore 18:00 – laFeltrinelli Appia); il 27 marzo a Torino (ore 18:00 – laFeltrinelli Off Topic); il 28 marzo a Bari (ore 18:00 @ laFeltrinelli via Melo), il 29 marzo a Taranto (ore 20.00 – Mondadori presso Spazioporto) e il 30 marzo a Palermo (ore 18:00 @ laFeltrinelli via Cavour).
Dopo essere rientrato dal tour oltre confine in autunno 2021 che lo ha portato in Europa e negli Stati Uniti, Diodato torna live con dieci date, prodotte e organizzate da OTR LIVE, che porteranno il cantautore nei più prestigiosi club delle principali città europee, nella primavera 2023.
Intervista con Eugenio ospite di Carlo Chicco in Avantpop, in occasione della loro tappa pugliese al Demodè Club per festaggiare 10 anni di carriera.
“Dieci anni fa siamo partiti dalla strada e ci ritroveremo a festeggiare il compleanno in giro per tutta l’Italia. È bello vedere che continuiate a chiederci se siamo per per le vie di Torino a suonare, noi ogni tanto ci torniamo e tornano i ricordi di giornate passate al gelo a intonare i nostri primi brani” – una piccola preview dell’essenza di questi 4 artisti, uniti dalla voglia di far musica e trasmettere emozioni.
Dalla strada ai loro 10 anni di carriera: la band “Eugenio in Via Di Gioia” festeggia il suo decimo compleanno in giro per l’Italia e il 25 marzo fa tappa al Demodè Club per un live che si prospetta magico, soprattutto per chi li segue dagli albori del loro percorso musicale. Proprio ieri, 22 marzo, è partito il loro “10 Anni Tour“, 8 date nei club della penisola, con Torino e Bologna già sold out in prevendita. La band incontrerà tutti coloro che in questi anni li hanno accompagnati: dagli esordi con il Premio Buscaglione fino al Premio della Critica Mia Martini al Festival di Sanremo, dal primo album “Lorenzo Federici” fino a “Amore e Rivoluzione” uscito nel 2022.
Tutte le 8 date
22 MARZO – VENARIA REALE (TO) – TEATRO CONCORDIA – Sold Out 25 MARZO – BARI – DEMODÈ 26 MARZO – NAPOLI – DUEL 30 MARZO – BOLOGNA – ESTRAGON – Sold Out 1 APRILE – SENIGALLIA – MAMAMIA 4 APRILE – CIAMPINO (ROMA) – ORION 5 APRILE – PADOVA – HALL 6 APRILE – MILANO – ALCATRAZ
Con i Nu Genea ci eravamo già incrociati in tempi meno sospetti quando il loro nome era ancora Nu Guinea, “Nuova Napoli” e poi ancora il progetto Napoli Segreta. Ci siamo visti nuovamente la passata estate, durante il loro tour folgorante di “Bar Mediterraneo”, un successo che ha visto la band napoletana imporsi sul mercato discografico internazionale.
I Nu Genea sono diventati ormai un fenomeno, così come il loro suono ed il loro “linguaggio”. Non solo i portabandiera di una musicalità che vuole consacrare la napoli dei settanta ottanta, intrecciata con il jazz, il funk, il clubbing e la musica africana. Non ci sono limiti all’ispirazione, alle contaminazioni, tutto viene spontaneo e ogni nuovo ascolto si trasforma in una nuova idea, ed in questo bisogna ammetterlo sono stati molto bravi. Il “fenomeno” non smette di crescere e siamo tutti in attesa del prossimo disco. Nel back stage del Demodè Club abbiamo fatto due chiacchiere con Lucio Aquilina che insieme a Massimo Di Lena fanno, appunto, i Nu Genea.
Ci eravamo incontrati in occasione del primo disco, da allora sono cambiate tante cose, ma mi sembra che non sia cambiata quella spontaneità iniziale anche se, dopo l’incontro della scorsa estate, al Locus, mi siete sembrati ancora stupiti del successo internazionale che ha avuto il nuovo disco “Bar Mediterraneo”. Come avete vissuto questo passaggio importante? Questo stupore ci è rimasto ancora, ma spero ci resti per tutta la nostra carriera, perché smettere di stupirsi significa che dai qualcosa per scontato e poi cade tutto il castello. È stata una crescita abbastanza lenta, piccoli passi, ed ogni volta ci fa sorridere perché questo è un progetto dove non puntiamo molto sulla comunicazione, sulle classiche sponsorizzazioni, è un progetto che si è diffuso per il passaparola, ad oggi io non ho ancora capito bene e stiamo indagando (nrd ride) per capire come mai abbiamo raggiunto numeri così elevati e importanti, ma ovviamente mi fa piacere. Come lo abbiamo affrontato poi è una bella domanda a cui non so rispondere esattamente, perché noi andiamo per la nostra strada se poi le cose accadono siamo contenti ma non c’è stato un nostro sforzo per raggiungere il successo e quindi da qui lo stupore, che si palesa ad ogni concerto che facciamo, lo stupore che ci fa capire che stiamo facendo bene. Noi siamo più o meno sempre gli stessi, non siamo cambiati.
Sul suono dei Nu Genea si è parlato tanto, Napoli, la ricerca dei vinili, tanto ascolto e scoperta sonora, l’Africa, tante fonti di ispirazione insomma che però hanno guardato soprattutto al passato, ma nel futuro della band cosa c’è? Nel futuro c’è sempre il passato perché fa parte del nostro processo di scoperta musicale e sicuramente fonte di ispirazione e su questo io e Massimo siamo della stessa idea, è una cosa che arriva se sei pronto ad accoglierla e soprattutto se hai ascoltato tante cose del passato che spesso aiutano anche a “tizzare” questa ispirazione, perché se non hai stimoli è difficile che ti venga un’idea. Invece per noi è la fase che continua ad essere fondamentale nella nostra vita, cioè ascoltare più musica possibile scoprire nuove cose anche artisti minori per esempio, noi siamo specializzati in artisti minori, quei connubi che sono nati per esempio da quel chitarrista sconosciuto che però ha provato quella cosa particolare e così parte tutto, la scoperta è fondamentale.
Sicuramente oltre al passato effettivamente siete molto attenti anche a quello che vi accade intorno, è bello prendere ispirazione da tutte queste cose. Invece parlando del linguaggio dei Nu Genea, anche qui una mescolanza di suoni e nazionalità, il napoletano che si intreccia con l’africano ed il francese tanto da non distinguere più la differenza, potremmo persino dire che avete coniato “una nuova lingua, una lingua alla Nu Genea” Si questo è il bello del napoletano (nrd ride) che è abbastanza duttile tanto da far sembrare un brano del Ghana come può essere “Tienatè”, che ha un tipo di flow particolare, da alcuni è visto come brano brasiliano altri ci vedono il centro Africa, alcune melodie o alcuni modi di cantare, come “Marechià” che è francese napoletano ma non te ne accorgi quando si passa da una lingua all’altra, ma perché il francese è nel napoletano, senza entrare nel merito o nella diatriba, alcuni la chiamano lingua, altri dialetto, per noi è ispirante perché si può giocare con le lingue ed i suoni, prendere qua e là ed avere un suono nostro che non è riconducibile ne là e ne qua.
A questo punto la conditio sine qua non è essere napoletani, cioè l’appartenenza è alla base del progetto, se voi non foste napoletani allora il progetto non esisterebbe Beh effettivamente, noi abbiamo avuto una grande fortuna che non tutti hanno perché abbiamo un patrimonio culturale importante, è chiaro che bisogna valorizzarlo, noi portiamo avanti la nostra cultura e cercare di mescolarla con altre. Di base partiamo con un bagaglio che non è farina del nostro sacco ma abbiamo avuto la fortuna di ereditarla e vogliano promuoverla il più possibile per chi non la conoscesse, soprattutto all’estero per esempio e questo ci fa molto piacere.
Il vostro rapporto con la Puglia? Siete venuti qui spesso e avete un pubblico enorme che vi segue da sempre Si la Puglia è una delle regioni più calde, si dai primi concerti di Nuova Napoli c’è stato un riscontro importante, ricordo ad Ostuni per esempio non ci aspettavamo questa calca c’era gente anche oltre le transenne che stava li fuori ad urlare, è stato incredibile, ma anche la data all’Anchecinema o le due al Locus sono state incredibili. La Puglia è speciale, c’è anche un feeling particolare, una vicinanza o “cugginanza” no? Voi fate la burrata noi facciamo la mozzarella, quando facciamo noi la burrata ci criticate quando fate voi la mozzarella vi critichiamo noi, però ci vogliamo bene!!
Intervista con Mauro Ermanno Giovanardi, che torna su RKO ospite di Carlo Chicco per parlare di una nuova uscita discografica, tributo a Pier Paolo Pasolini, ma c’è spazio anche per una grande novità che farà impazzire tutti i fan dei La Crus.
E’ disponibile da oggi, nei migliori store online e negozi di dischi, il vinile 45 giri di Mauro Ermanno Giovanardi “Cosa Resterà”, personale omaggio del fondatore dei La Crus a Pier Paolo Pasolini.
Il vinile da collezione stampato in sole 300 copie numerate ed autografate dall’artista, vede sul Lato A l’inedito scritto da Giovanardi insieme a Maria Pia Leziroli “Cosa resterà”, mentre sul Lato B è incisa la sua rivisitazione di “Una storia sbagliata”, brano composto da Fabrizio De Andrè e Massimo Bubola originariamente dedicato proprio a Pier Paolo Pasolini. Il progetto è pubblicato da Vrec Music Label con distribuzione Audioglobe.
LATO A: L’inedito “Cosa Resterà”, disponibile anche negli store digitali e piattaforme streaming, è nato per accompagnare il cortometraggio realizzato da MonicaGiordano dal titolo originale “Tu sei bello come una stella” già online, interamente in stop-motion e dedicato a Pier Paolo Pasolini. “Cosa resterà” è stato prodotto da Giovanardi e Leziroli, arrangiato e registrato da Max Zanotti, mixato da LeleBattista e masterizzato da GiovanniVersari.
LATO B: “Una storia sbagliata” è la cover rarità incisa sul Lato B del 45 giri e non sarà pubblicata negli store digitali. Il brano «è spesso incluso nei miei spettacoli dal vivo – afferma Giovanardi – ed è stato naturale inciderla per impreziosire il progetto che è uscito tra il 2 novembre ed il 5 marzo, date simbolo di scomparsa e nascita di Pasolini, uno degli autori più influenti della cultura italiana la fine di un’epoca e la nascita dell’omologazione culturale ed economica» “Una storia sbagliata” interpretato da Giovanardi con Marco Causino alla chitarra acustica, è stato prodotto da Giovanardi e Leziroli, arrangiato da Giovanardi, Causino e Lele Battista, registrato da Lele Battista e masterizzato da Giovanni Versari.
L’artwork di copertina è una foto di IleniaCostantino estratta dal cortometraggio in stop-motion “Tu sei bello come una stella” di Monica Giordano.
Nato a Monza il 3 maggio del 1962, Mauro Ermanno Giovanardi è cantautore raffinato e poliedrico, da più di 20 anni sulla scena musicale italiana come autore, interprete, performer, produttore discografico e direttore artistico di prestigiosi festival di musica e letteratura. Tra i creatori della scena underground in Italia, fonda nel 1993 i La Crus, band dirompente che cambia le regole della musica alternativa italiana. Solista dal 2007, i suoi lavori sono espressioni di ricerca di atmosfere sempre diverse eppure accomunate da un’impronta inconfondibile e sincera, libera di muoversi fra il rock, il pop, la tradizione cantautorale italiana e spettacoli di teatro canzone. Quattro volte Targa Tenco. Ha realizzato 3 album con la band The Carnival Of Fools, 8 album con i La Crus e 5 come artista solista.