Le improvvisazioni, il riverbero, il mellotron, il wah-wah, il feedback e le registrazioni al contrario. Gli assoli dilatati, il sitar, i testi surreali e astratti, l’influenza delle droghe allucinogene. Reale o presunta fa lo stesso. Tutto questo e molto altro rientra nel grande libro della musica psichedelica: le prime pagine di questo libro (dopo la fondamentale – e seminale – introduzione costituita dall’album dei Beatles Revolver; un mondo senza Tomorrow Never Knows non si può concepire) sono state scritte a metà degli anni sessanta da una band originaria di Austin, Texas. Il loro nome tradotto in italiano suona così: Gli Ascensori per il Tredicesimo Piano. Il loro disco d’esordio vede la luce nel 1966, soltanto due mesi dopo Revolver, e si chiama The Psychedelic Sounds of the 13th Floor Elevators.
Continua la lettura di Surrender to the void. It is shining. It is shining.Archivi tag: dikotomiko
Dalton Trumbo, un comunista allo specchio (rotto).
L’eminente Conservapedia, enciclopedia onnicomprensiva on line dei cattolici integralisti, ci informa che Dalton Trumbo fu uno sceneggiatore, comunista, membro della Hollywood Ten: la famigerata lista di proscrizione – registi e sceneggiatori condannati e oscurati, in quanto antiamericani, dall’accolita del senatore McCarthy – che fu anche una sorta di associazione di categoria, megafono capace di denunciare ai media mondiali l’attentato ai diritti costituzionali, di pensiero, voto, associazione, impunemente perpetrato nella patria dell’Occidente libero.
Proprio a Dalton Trumbo è dedicata la puntata numero 23 delLo Specchio Rotto, che potrete ascoltare domani alle ore 18.00 su RKO Radio. Dikotomiko vi vuole bene, pertanto, piuttosto che condannarvi all’ascolto di una puntata lunga due ore, abbiamo preferito limitarci nella durata, continuando ad eviscerare la storia e le storie in questo spazio. Quanto segue è insomma una sorta di contenuto extra, che potete leggere (anche) dopo l’ascolto del podcast.

ASSASSI-NATION
Per ogni appassionato di cinema e letteratura horror la parola inglese “covenant” è sempre un campanello d’allarme. E’ una parola che può significare tante cose:
Accordo formale. Contratto. Promessa scritta. Clausola. Alleanza. Convenzione. Testamento (nuovo o vecchio). Patto. Per tutti noi horror-addicted il patto, o l’alleanza che dir si voglia, significa una cosa sola: la congrega delle streghe. Sentir parlare di una Covenant School ci fa scorrere un brivido lungo la schiena, e molti di noi probabilmente hanno immaginato una scuola nella quale le streghe vengono addestrate ed imparano ad utilizzare i loro poteri. In realtà si tratta di una scuola privata – Nashville Private Christian School – che pochi giorni fa è stata teatro dell’ennesima sparatoria americana.
In fondo sempre di orrore si tratta, anche se purtroppo il sangue versato è reale. Ci sono andati di mezzo anche bambini, tre bambini, e questo rende la tragedia ancora più dolorosa. In un video, una donna scampata al massacro si rivolge ai giornalisti, chiedendo loro “non siete stanchi di pubblicare e filmare eventi come questo?”.
Continua la lettura di ASSASSI-NATIONLo Specchio Rotto ft. Rappercut!
La puntata numero 17 dello Specchio Rotto andrà in onda domani e sarà una puntata speciale, molto speciale. Per noi innanzitutto, perché se c’è una cosa che Dikotomiko ama, questa cosa è rappresentata dalle collaborazioni, dagli incontri stimolanti e capaci di arricchirci. Non a caso il capitolo che preferiamo di Black Fears Matter, il nostro nuovo parto editoriale dedicato al black horror contemporaneo, è il capitolo numero 9.
Fear of a Black Planet: il black horror nell’hip hop, l’hip hop nel black horror.

Lo preferiamo proprio perché arricchito da un intervento “esterno”: l’atlante enciclopedico del sottogenere rap denominato Horrorcore. Lo hanno firmato le quattro mani di Gigi Skid Molinari e Giovanni Giuan Petruzzelli, ovvero il team di Rappercut.
Mamma RKO Radio è l’artefice di questa collaborazione: è nel suo ventre accogliente che Dikotomiko ha incontrato Rappercut. E quindi torniamo alla puntata di domani, che sarà una chiacchierata con loro, più che un’intervista. Parleremo del libro, del loro preziosissimo contributo, e non solo. Ci sarà altro, molto altro, ma non vi anticipiamo nulla. Ci limitiamo a consigliarvi di non perderla, perché siamo convinti che possa arricchire anche voi, proprio come è successo a noi.
Quella che vi anticipiamo, invece, è la colonna sonora della puntata.
Body Count – No Lives Matter
Onda Rossa Posse – Batti il tuo Tempo
NTM & Cut Killer – Assassin de la police
Rage Against The Machine – Renegades of Funk
Ice Cube – Fuck the police (live)
Body Count – Cop Killer
Lou X – Quando la Patria Chiama
Chief & Soci ft. La Famiglia – Mazz’ e Panell’
Colle Der Fomento – Ghetto Chic
Big Daddy Kane ft. Chuck D & Loren Oden – Enough
Supreme NTM – Seine Saint-Denis Style
Assalti Frontali – Gocce di Sole
Childish Gambino – This is America
Residente – This is not America
Puntata speciale, puntata crossover, puntata che potrete ascoltare domani alle 18 su RKO Radio. Se qualcosa o qualcuno dovesse impedirvi di farlo, non disperate: ci sarà sempre il podcast a vostra disposizione, da qui all’eternità.
Quella sporca ventina. I migliori film del 2022
Da queste parti, una volta l’anno, apriamo le finestre e facciamo entrare un po’ di luce. Si tratta ovviamente della luce proveniente dai proiettori delle sale cinematografiche, e quindi – nonostante la natura oldstyle del Lo Specchio Rotto – in via del tutto eccezionale ci affacciamo all’attualità. Perché, come ogni anno, ci coglie l’irrefrenabile voglia di stilare la classifica dei migliori film dell’anno. Dei NOSTRI migliori film dell’anno. Una TOP20, per la precisione. Una TOP20 composta però da 33 film. Come mai? Potrete scoprirlo solo ascoltando la prossima puntata, in diretta domani alle ore 18 oppure in seguito, quando vi pare, scaricando il podcast. In entrambi i casi domicilio e residenza sono sempre gli stessi, ovvero RKO Radio e RKO Radio.
Continua la lettura di Quella sporca ventina. I migliori film del 2022Lo Specchio rotto prosegue, dritto contro il 2023
Riassunto delle puntate precedenti:
the passion of lovers
zero – La ragazza del bagno pubblico
uno – La sciamana
il grande freddo
due – Wake wood
tre – A Venezia… Un dicembre rosso shocking
legge e ordine
quattro – Dredd il giudice dell’apocalisse
cinque – The Raid redemption
Le prime sei puntate, come ben sapete, sono sempre disponibili per il download gratuito. Svolazzano nel worldwideweb in attesa di essere adottate, non si lamentano mai e consumano pure poco. Tutto quello che chiedono è un pezzetto del vostro tempo e della vostra attenzione.
Nonostante l’assurdità di un podcast dedicato al cinema (pensateci, un programma radiofonico – quindi rivolto esclusivamente alle vostre orecchie – che parla di cinema, ovvero di immagini in movimento, di un’espressione artistica fatta di sguardi e in cerca di sguardi), la rassegna virtuale dello Specchio Rotto continua.
Continua la lettura di Lo Specchio rotto prosegue, dritto contro il 2023Lo Specchio Rotto. Attenti ai pezzi di vetro!
Lo specchio si è rotto, e un po’ anche noi ci siamo rotti. Ma restiamo qua, tranquilli. Restiamo qua a cercare qualcosa di buono tra i pezzi di vetro taglienti rimasti sul pavimento, restiamo qua a far sventolare la bandiera malridotta di Dikotomiko, e continuiamo ad occupare lo scantinato di RKO Radio.
Non è purtroppo l’autunno del 1969, ma è comunque autunno: la stagione delle ripartenze. In questi giorni le voci migliori della nostra web radio ricominciano a farsi sentire, e anche noi cominciamo una nuova – si fa per dire – avventura. Lo Specchio Rotto è un podcast molto semplice, scollegato dalla realtà contemporanea, e concepito come una rassegna cinematografica virtuale. Una rassegna che segue il modello che in inglese risponde al nome di double bill, ovvero due film al prezzo di uno. In realtà in ogni puntata delLo Specchio Rotto parleremo di un solo film, ma ci sarà un filo rosso, un collegamento tematico, con il film della puntata successiva. Poi si cambia, altri due film e due puntate con un altro tema in comune, e così via. Non è escluso che tutto ciò si trasformi presto in una rassegna vera e propria, al cinema, con lo schermo, le poltroncine, il buio, e i commenti a fine proiezione, avete presente?
Continua la lettura di Lo Specchio Rotto. Attenti ai pezzi di vetro!Colpire un UFO per educarne 78. WU MING sequestra Dikotomiko!
Voi l’avete mai visto un UFO? Si? No? Non ci interessa minimamente. Quello che ci teniamo a sapere è piuttosto se, almeno di tanto in tanto, rivolgiate lo sguardo in alto, su nel cielo. Bisognerebbe farlo, qualche volta. Per distendere i pensieri, espandere i desideri, fare spazio alle fantasie, quelle più nobili, che hanno sempre a che fare, in un modo o nell’altro, con la libertà. Dovrebbe diventare un bisogno impellente, quello di guardare in alto. Proprio come lo era nell’anno del record di avvistamenti di oggetti volanti non identificati, il 1978. Gli UFO e il 1978.
UFO 78.
Continua la lettura di Colpire un UFO per educarne 78. WU MING sequestra Dikotomiko!Nazra, Palestine Short Film Festival. Tornano a Bari gli sguardi indomiti dalla Palestina.
Era il 2017, ed era novembre. La prima edizione del Nazra, il Palestine Short Film Festival, fu ospitata dal Centro Culturale Mesahal, a Gaza City. L’anno seguente gli organizzatori furono costretti a cercare un altro posto per le proiezioni: i bombardamenti dell’esercito israeliano avevano nel frattempo cancellato il Mesahal dalla faccia della terra. Ne scrivemmo già all’epoca, presentando la seconda edizione del festival con il nome più bello del mondo: Nazra significa Sguardo. Tra pochissimo il tour italiano del Nazra torna a Bari, e Dikotomiko caro vostro ha avuto l’onore di guardare per voi, in anteprima, tutti i cortometraggi dalla – e sulla – Palestina in programma.

La vicenda del Mesahal è rievocata da A Play Before The Bombs, diretto da Roger Glenn Hill: il racconto della faticosa preparazione di uno spettacolo da parte di una compagnia teatrale, attraverso la voce di Abeer Ahmed, attrice giovane e determinata come tutti i suoi colleghi, nonostante le bombe che piovono sugli edifici, sui sogni e sulle speranze. Sogni e speranze che per i ragazzi di tutto il mondo spesso corrono dietro ad un pallone, e lo fanno anche a Gaza. Anche con una gamba sola.

Gaza, one football, one leg – diretto da Patrice Forget – ci fa conoscere la squadra di amputati della Palestina, e il loro viaggio verso la sfida con la nazionale francese. Uno dei nostri vincitori, senza dubbio. Raggiunge vette emotive inaudite, e quando ci vengono presentati uno per uno i ragazzi, con le sovrimpressioni che riportano nome, età e causa dell’amputazione, beh… è quasi un sollievo apprendere che due di loro sono stati vittime di un incidente stradale e di un tumore. Perché tutti gli altri sono stati colpiti dai proiettili israeliani durante la Marcia del ritorno, che a partire da marzo 2018 portò a manifestare – pacificamente – decine di migliaia di persone lungo la recinzione che separa Israele dalla striscia di Gaza, ogni venerdì, per 86 settimane. Il bilancio fu di almeno 230 morti e oltre 30.000 feriti. Una mostra delle atrocità settimanale, che ogni venerdì aggiungeva nomi di uomini, donne, bambini, medici, giornalisti, ad una lista di vittime interminabile. E’ quindi bellissimo vedere questi ragazzi reggersi su una stampella mentre dribblano un avversario o esultano per un gol. Altro che Champions League.

La regista britannico-palestinese Farah Nabulsi firma l’altro “nostro” vincitore del Nazra: The Present, una storia semplice e potentissima che riesce a trasmettere l’assurdità dolorosa, quotidiana e devastante della vita nel West Bank, delle ore di attesa ai check-point per poter semplicemente andare a fare la spesa, con un finale che ci ha fatto letteralmente sciogliere. E innamorare di una piccola grande supereroina di dieci anni o poco più, che se la fa addosso per la paura, ma è capace di sfidare l’esercito e il loro maledetto sistema a testa alta. Appena un gradino sotto i nostri personalissimi vincitori, piazziamo The Signal, di Recep Köse, che ricostruisce un’altra vicenda orribile: maggio 2010, una nave diretta a Gaza per portare aiuti umanitari viene attaccata dai soliti noti. La squadra che a bordo trasmette via radio è intrappolata in cabina di regia, mentre fuori dalla porta volano proiettili e scorre il sangue. Un thriller d’assedio ansiogeno, un trap-movie con i controfiocchi, che non ha bisogno di camera a mano e ritmi indiavolati per tenere lo spettatore con il fiato sospeso: sarebbe una goduria se fosse solo cinema, e non si trattasse invece dell’orrore reale dei crimini di guerra israeliani. Il segnale, che in qualche modo continuava a permettere le trasmissioni, costrinse l’esercito a fermarsi ed evitò il massacro. “Stanno trasmettendo, stop alle uccisioni”.

Podio dikotomiko a parte, tutti i corti del Nazra, anche questa volta, meritano attenzione. E non solo perché gli sguardi devono necessariamente moltiplicarsi e diffondersi, trattandosi di Palestina. Si tratta comunque di opere ben realizzate, coinvolgenti, capaci di dirci qualcosa di grande, che ha a che fare inevitabilmente con il dolore di una vita sotto occupazione. Ma che nonostante tutto ci raccontano di persone vive, coraggiose e intraprendenti. E di un popolo che non si piegherà mai.
IL VENTENNIO. 20 luglio 2001, 20 luglio 2021.
“Avere vent’anni è avere sogni grandi” (Assalti Frontali). C’è stato un tempo in cui avere vent’anni non significava solo sognare, ma anche proporre un sistema economico differente, un mondo migliore non basato su fiorellini e poesie, e nemmeno su utopie e tarantelle. Un mondo nel quale gli scambi culturali, umani, professionali non obbediscono alle leggi di mercato e a quelle finanziarie, ma sono misurati con il peso di ogni singola goccia di sudore. É quella l’economia per noi ed era quella l’economia per il popolo di Genova, come lo era stata per il popolo di Seattle nel 1999.
Continua la lettura di IL VENTENNIO. 20 luglio 2001, 20 luglio 2021.