Riassunto delle puntate precedenti:
the passion of lovers
zero – La ragazza del bagno pubblico
uno – La sciamana
il grande freddo
due – Wake wood
tre – A Venezia… Un dicembre rosso shocking
legge e ordine
quattro – Dredd il giudice dell’apocalisse
cinque – The Raid redemption
Le prime sei puntate, come ben sapete, sono sempre disponibili per il download gratuito. Svolazzano nel worldwideweb in attesa di essere adottate, non si lamentano mai e consumano pure poco. Tutto quello che chiedono è un pezzetto del vostro tempo e della vostra attenzione.
Nonostante l’assurdità di un podcast dedicato al cinema (pensateci, un programma radiofonico – quindi rivolto esclusivamente alle vostre orecchie – che parla di cinema, ovvero di immagini in movimento, di un’espressione artistica fatta di sguardi e in cerca di sguardi), la rassegna virtuale dello Specchio Rotto continua.

Domani, e poi giovedì prossimo, il vostro affezionato Dikotomiko di quartiere vi parlerà di alcolismo. Bottiglie svuotate. Sbronze colossali. Dipendenza. Delirium tremens.
Lo faremo ricordando due film girati da Blake Edwards e Billy Wilder, due maestri. Se non I Due Maestri in assoluto. Sono tanti gli omaggi e i riconoscimenti che i due gioielli in questione hanno ricevuto, ma quello che a noi importa di più è questo:

Si, il titolo del disco d’esordio di una delle nostre band preferite di tutti i tempi, i Dream Syndicate (ma quant’è bello il nome che si son scelti?), uscito nel 1982. Ma non finisce qui: c’è un altro disco da ricordare, realizzato da Steve Wynn, il leader dei Dream Syndicate, insieme a Dan Stuart dei Green On Red, nel 1985.

Quindi, cari ascoltatori alcolizzati, consolatevi: non siete soli (come potete vedere dalla copertina qui sopra). Anzi, non siamo soli. Domani alle 18 in punto, bicchiere in mano e Lo Specchio Rotto. E giovedì prossimo la storia si ripete, con le stesse modalità.
Il bicchiere senza staffa del Paisley Underground
domani: I giorni del vino e delle rose
giovedì prossimo: The lost weekend.
Alla vostra!
E poi? Poi Natale sarà alle porte, quindi le puntate del 22 e del 29 dicembre saranno dedicate a due film che con il Natale non hanno assolutamente niente a che fare. Saranno due western, pensate un po’. Due western atipici, due
black western matters.

Il primo è
Duello a El Diablo (1966), il primo film del genere con Sidney Poitier tra i protagonisti. Il secondo si intitola invece
Non Predicare… Spara! (1972) e a dirigerlo è proprio Sidney Poitier. Saranno questi i film che chiuderanno il 2022 dello Specchio Rotto.
Perché proprio questi?
Mmmh…
Avete visto Nope? Il terzo film di Jordan Peele? Quello di Get Out e poi di Us?
“Nel 1878, il fotografo inglese Edward Muybridge volle dare una risposta definitiva ad una domanda annosa, se cioè un cavallo al galoppo distacchi contemporaneamente, in qualche momento della sua corsa, le quattro zampe dal suolo, o se questa sia solo un’illusione ottica indotta dalla velocità del movimento. Per fare ciò, si affidò in modo inconsapevole al falso movimento che sarebbe diventato cinema, ad una successione di fotografie scattate da differenti apparati posti ad uguale distanza, e nel medesimo intervallo di tempo. Il montaggio della sequenza delle foto, oggi diremmo in timelapse, permise di risolvere l’arcano delle quattro zampe. Il cinema, la fabbrica delle illusioni, già in fase embrionale mostrava il non rappresentato. Già, ma chi era quel nero a cavallo, attore addestratore e stuntman al tempo stesso? Rimase e resta tutt’oggi ignoto, un nero qualsiasi, esibito ma rimosso dalla memoria. Fino a Nope di Peele, che con la finzione del racconto, nella rappresentazione, gli conferisce la concretezza di un’identità.

Esaminando le pareti del ranch, saltano agli occhi i poster di due film: Duello a El Diablo (1966) e Non Predicare… Spara! (1972), i primi western con Sidney Poitier, che del secondo è anche regista. Era la prima volta che Poitier girava in assoluto, e questo battesimo avvenne non a caso per un film con attori protagonisti neri, e una storia rivoluzionaria nella quale i cowboy neri non solo combattono i razzisti bianchi, ma osano allearsi con gli indiani contro il nemico comune! Due dei pochissimi esempi di black cinema: attaccarne i poster alle pareti, nello stesso film in cui si mostra Sallie Gardner al Galoppo, è l’ennesimo evidente, sacrosanto, atto d’accusa alla storia imbiancata di Hollywood.”
Quello che avete appena letto è tratto da un libro che sta per vedere la luce. Sarà Natale, sarà l’alba del 2023, manca comunque poco. Titolo:
Black Fears Matter. Viaggio nel black horror contemporaneo.
Autore?
Dikotomiko.