Surrender to the void. It is shining. It is shining.

Le improvvisazioni, il riverbero, il mellotron, il wah-wah, il feedback e le registrazioni al contrario. Gli assoli dilatati, il sitar, i testi surreali e astratti, l’influenza delle droghe allucinogene. Reale o presunta fa lo stesso. Tutto questo e molto altro rientra nel grande libro della musica psichedelica: le prime pagine di questo libro (dopo la fondamentale – e seminale – introduzione costituita dall’album dei Beatles Revolver; un mondo senza Tomorrow Never Knows non si può concepire) sono state scritte a metà degli anni sessanta da una band originaria di Austin, Texas. Il loro nome tradotto in italiano suona così: Gli Ascensori per il Tredicesimo Piano. Il loro disco d’esordio vede la luce nel 1966, soltanto due mesi dopo Revolver, e si chiama The Psychedelic Sounds of the 13th Floor Elevators.

Quasi sessant’anni dopo il rock psichedelico è vivo e gode di ottima salute. Conserva i suoi tratti originari, senza però mai chiudersi a riccio in un tradizionalismo inutile e reazionario. La psichedelia è ricerca, è libertà, è comunità. Sempre aperta e accogliente, sempre più ricca di nuovi e giovani adepti. Come Lilly Creightmore, fotografa inglese che in tenera età scopre i suoni di band come gli Spacemen 3 e i Ride, rendendosi conto che era proprio quella la musica della quale aveva bisogno. Oh, come ti comprendiamo, Lilly!

Comunità, dicevamo. Comunità è la parola chiave, la combinazione che permette a Lilly di entrare nel mondo della psychedelic music dalla porta principale, che da quindici anni coincide con la porta di una casa di Austin (ancora Austin!), la casa dove vivono, tutti insieme, i membri di una band. The Black Angels.

Ricapitolando: 13th Floor Elevators, The Black Angels, Lilly Creightmore. Sono gli elementi di partenza di una piccola grande storia, che non ha ambizioni da enciclopedia ma costituisce una validissima fotografia di quella che possiamo chiamare scena neo-psichedelica contemporanea. Una scena che aveva bisogno esattamente di questo: un documentario irregolare, claudicante e appassionante, che non poteva che chiamarsi TRIP. Un calderone di immagini e suoni che irradia echi delle proprie radici, e trasmette vibrazioni in grado di tracciare un futuro roseo. Anzi, psichedelico.

Questo è il mese di Loop, il festival che continua a tracciare un percorso nell’audiovisivo del terzo millennio: in questa settima edizione è proprio la psichedelia a fornire le indicazioni stradali.

La prima tappa è stata un viaggio nella psichedelia classica in compagnia di Francesco Adinolfi: l’onda psichedelica nelle sue più variegate forme di antagonismo sonoro, politico e sociale, attraversa Stati Uniti e Europa a partire dalla metà degli anni Sessanta, dando il via a uno dei momenti più travolgenti e influenti del Novecento e non solo. Le porte della conoscenza disvelano un universo controculturale in cui coesistono gli eventi hippy di San Francisco, Woodstock, il soul psichedelico, il misticismo orientale, le grandi battaglie per i diritti civili, i movimenti studenteschi e pacifisti, e un nuovo approccio alle arti grafiche.

Il secondo appuntamento è diventato la ciliegina lisergica sulla torta, ovvero la proiezione di Trip. Qualche ora prima di accomodarci al cinema e allacciare le cinture, abbiamo avuto il piacere di intervistare Lilly Creightmore, e qui sotto trovate il link per ascoltarla.

Loop continua oggi, tra qualche ora scatta il terzo appuntamento nell’arena di Apulia Film Commission (quartiere fieristico): Michele Casella presenterà il suono della nuova psichedelia attraverso i videoclip e gli artisti più significativi degli ultimi anni. La generazione della crossmedialità, a cavallo fra radici underground e acclamazione mainstream, trova nuovi spazi creativi nell’interazione fra suono e immagine, arte visuale e performance incendiarie. Un folgorante cortocircuito di chitarre elettriche e suoni mesmerici, accelerazioni digitali e inclinazioni soul, il meglio della recente ondata psych declinato attraverso generi e suggestioni trasversali.

Il viaggio si chiuderà giovedi 29 giugno al Mamaluna Soul Beach di Mola di Bari, con il live set di Noise Diva, producer e DJ di Amsterdam, attivista politica e artista multidisciplinare, artefice di un melting pot sonoro e visivo che trascende la dancefloor e si fa flusso estatico.

Freak flag everywhere!

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