Dopo aver lanciato il loro nuovo ep su RKO, oggi dopo 22 anni abbiamo intervistato Gianni D’Attis che ci ha raccontato “l’andata ed il ritorno” dei Miele June, storica band salentina. “Il progetto Miele June nasce nell’estate del 1994, quando il bassista Stelvio Attanasi e il cantante Gianni D’Attis si incontrano nei corridoi dell’Università degli Studi di Lecce. Entrambi provengono da esperienze in altre formazioni locali e hanno in comune l’idea di formare un gruppo con testi cantati in italiano e un’impronta pop-noise aperta a sperimentazioni sonore”.
Su Puglia Connection ci sono i Miele June
Nel settembre del 1999, Gianni e Stelvio si trasferiscono a Roma, Andrea sulle colline toscane: “L’idea di un terzo disco era nell’aria, avevamo cominciato a comporre un po’ di brani nuovi, due dei quali registrati e mixati. Poi tutto andò a rotoli, vai a capire perché.
Avevamo problemi economici e anche, probabilmente, voglia di misurarci come singoli con esperienze differenti. Io, ad esempio, stavo lavorando al mio primo romanzo” dice Gianni.
In breve, quel terzo lavoro diventa “il disco fantasma dei Miele June”. Sono trascorsi 22 anni da allora, e la band ha deciso di chiudere il cerchio a suo modo: non una reunion ma un E.p. con quattro inediti “d’epoca” rifiniti e remixati, ciò che resta di “quel disco abortito, abbandonato in un limbo, eppure diventato nel tempo una specie di chiodo fisso per noi quattro.” Nel corso del 2020, in pieno lockdown, i brani vengono ultimati sotto la supervisione di Stelvio. Una telefonata a Michele risveglia il vecchio leone della chitarra che oggi vive isolato da qualche parte nelle campagne salentine. La Lobello Records si offre di pubblicarlo. L’artista Franco G. Livera firma il videoclip de Il Resto del mondo.
“Abbiamo deciso di chiamarlo Strategie del perdersi. Perché poi come persone e come musicisti, alla fine ci siamo ritrovati, e questa è la parte più bella della storia. Come altro avremmo potuto intitolarlo?”