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JUNIOR V presenta “Odore d’incenso” su Avantpop

Oggi ospite di Avantpop su RKO c’è Junior V. Avremmo dovuto condividere con l’artista pugliese il suo showcase ma per ovvi motivi non si è più tenuto. Parliamo del suo nuovo capitolo capitolo musicale che si chiama “Odore d’incenso”

Viviamo di pregiudizi e idee preconfezionate. Spesso l’unico modo per andare oltre i nostri limiti è osservare la natura. Prendete il serpente. Esiste un momento in cui la sua genetica lo porta all’inevitabile cambiamento: la muta. Cambiare pelle, abbandonare il proprio abito e concedersi al nuovo, il rinnovamento nel senso proprio del termine. Per un’artista, lo stile musicale, il look che ne deriva e il microcosmo che lo caratterizza, a volte hanno bisogno della muta. Junior V lo può testimoniare. 

Nato a Bari, ma solo per un errore della cicogna dato che la sua vera terra natia è e sarà sempre la Giamaica, Vincenzo Stallone è vissuto nel culto del reggae. Senza rinnegare la sua vita in levare – trampolino di lancio culturale che gli ha consentito di vedere il mondo nell’ottica di un umanesimo genuino – Junior V sente ora la necessita di dare un taglio ai dreadlocks e non solo in senso tricologico.  


Il nuovo capitolo artistico si intitola Odore d’Incenso. Senza rinnegare i trascorsi all’insegna della musica reggae, oggi Junior V abbraccia una scrittura indie folk. Un percorso a cui il giovane cantautore pugliese approda usufruendo di una produzione musicale di altissimo livello: il master è stato realizzato agli Abbey Road Studios londinesi da Christian Wright, un sound engineer dal pedigree di tutto rispetto. Vanta collaborazioni con Ed Sheeran, Franz Ferdinand, Blur, Ben Howard, Radiohead, Bon Iver…
La rinascita artistica di Junior V è totale al punto di rinnovare anche la scelta linguistica. Nel suo nuovo percorso, abbandona l’inglese per abbracciare l’italiano. 


Ma chi meglio dell’artista può raccontare da dove nasce l’ispirazione di Odore di Incenso
‘Odore d’incenso’ è uno dei brani più intensi che abbia mai realizzato. Ho scritto questa canzone alle 4 di mattina di un lunedì sera: pioveva e un incensiere continuava a bruciare dentro la mia stanza. Ho sfogato la rabbia che avevo dentro, o forse era delusione per un amore consumato dalle incertezze.
Che il brano sia figlio di una notte insonne si evince sin dal principio. Paste sottovoce, cresce lentamente, come l’esplosione di un vulcano. Una canzone nata nell’intimità soffocante delle proprie quattro mura, si sprigiona nel ritornello e vola come un uccello, grida come un urlo nel Grand Canyon con la sua eco in costante crescendo. Schietta e tagliente, la canzone mantiene la spontaneità della genesi di un brano chitarra e voce, per rivelare in un emozionante climax un arrangiamento rock di classe infinita. Parola d’ordine: stile.  

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