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Ghigo Renzulli si racconta su RKO: “40 anni da Litfiba”

Devo ammettere che questo libro mi ha appassionato, l’ho letto tutto d’un fiato, non volevo smettere, pagina dopo pagina, per sapere cosa c’era dopo. Me lo aspettavo diverso e mi ha piacevolmente sorpreso. Sorpreso per la naturalezza, per la sincerità, per i racconti di vita vissuti, non solo da “Litfiba” ma i racconti di un ragazzo, uno di noi,  con una grande passione, con tanti sogni, le cose belle ma anche quelle brutte, gli aneddoti incredibili e una vita piena di sorprese. Volti, sorrisi, la rabbia, le chitarre, i Cafè Caracas, i palchi, la vita da backstage ed i conti che tornano mai per arrivare ai grandi Litfiba. Lo ammetto, sono stato un fan della prima ora, quei ragazzi toscani erano per me, ma penso anche per tutta la mia generazione, i paladini della nostra New Wave. Ho amato il suono della chitarra, unico e riconoscibile, le tastiere del maestro Aiazzi, il basso cupo di Gianni, come dimenticare Ringo De Palma e non ultima la grande voce di Piero. Ospite di AvantPOP su RKO, Ghigo parla della sua autobiografia e del nuovo progetto No.Vox

“40 anni da Liftiba”, è un titolo fuorviante, perché c’è molto di più ed è un libro bellissimo, sincero. Hai dato rilievo alla tua storia, la storia di un ragazzo con una grande passione, storia di una vita fatta di tanti aneddoti, i successi  ma anche le delusioni, tutto molto dettagliato, prima di tutto tu come stai?

Io sto benissimo anche se siamo un po’ tappati in casa per questa maledetta pandemia,  però sembra che ci sia qualche spiraglio speriamo bene e tocchiamoci le sacre pendenze. SI è un libro pieno di dettagli, dettagliato perché ho raccontato tante cose, innanzitutto per la mia scelta di vita ho deciso di dare al libro un taglio narrativo ironico, con tendenza al sorriso perché ho raccontato anche tante gag divertenti, ho raccontato anche quelle brutte, ma quelle brutte le ho prese con un certo spirito d’animo, abbastanza ironicamente diciamo, però ho raccontato tutto,  sono quasi stupito dalla memoria che ho ancora!!

(pic scattata sotto il palco al 1° Maggio a Taranto)

Infatti i dettagli sono tanti, la tua adolescenza, i traslochi per poi approdare a Firenze, i Vanilla Fudge, la chitarra elettrica, Jimi Hendrix ed il Blues, ma alla fine di tutto hai trovato finalmente la chitarra perfetta??

Diciamo che questa è una di quelle cose per cui ho sono sempre l’anima in pena, ne ho diverse di chitarre bellissime,  alcune potrei  uccidere a chi me le tocca, però la perfezione assoluta non c’è mai, la pace dei sensi in questo caso non c’è mai, siamo sempre come dicevo anime in pena alla continua  ricerca

Una domanda più canonica, l’idea del libro era già in cantiere oppure  è stata elaborata durante il lockdown?

Ci stavo pensando già da molto tempo prima, sono già diversi anni , io ho un facebook abbastanza avviato dove c’è tanta gente che mi segue e diverse persone me lo chiedevano ripetutamente  “ma perché non scrivi un libro”, me lo chiedevano in tanti e se lo aspettavano un libro da me. Per chi mi conosce e chi mi segue sa che sono una persona amichevole, sociale, sono una persona loquace  e sono una di quelle persone  “pane al pane, vino al vino”,  pochi mezzi termini e tanto linguaggio diretto,non mi creo nessun tipo di problema. Quindi un libro se lo aspettavano e quindi approfittando del lockdown  l’ho scritto. Oltre sei mesi davanti al computer a scrivere,  però ce l’ho fatta. Alla fine il libro mi è stato anche un po’ corretto, corretto in primis dal mio manager  Alberto Pirelli, poi mi è stato corretto ad un giornalista, poi ricorretto dalla casa editrice, hanno aggiustato sicuramente la sintassi perché io ho scritto di getto, quindi i punti, le virgole, i due punti, le maiuscole o le minuscole, questo lavoro l’ho fatto fare agli altri che sono più bravi di me sicuramente e poi qualcosa è stata eliminata, qualche ripetizione e mi hanno anche censurato qualcosa!

Ho rivissuto attraverso la lettura tante emozioni, soprattutto i luoghi dei concerti, quelli dove c’ero anch’io, in Puglia per ovvi motivi, è stato bello rivivere quei ricordi come Santeramo, Melpignano, ma io ricordo anche a Bari negli anni 80 il concerto al Camelot (Club che oggi non esiste più) o il concerto di Piazza Garibaldi. Dopo il militare c’è stata Londra, poi la New Wave, noi in Italia abbiamo vissuto un po’, probabilmente all’ombra di quella soprattutto inglese , anzi apro una parentesi,  ti invidio perché hai visto dal vivo gli Ultravox con John Foxx alla voce! Ma i Litfiba per noi erano una sorta di condottieri e quindi mi sembra assurdo che non avessero il giusto riconoscimento, tu scrivi che non c’era stato un salto importante nel vostro percorso, malgrado abbiate fatto dei dischi  bellissimi, epici, come hai vissuto questo passaggio della vostra carriera

Porto ancora le cicatrici del concerto degli Ultravox!!! Altri tempi! Tornando ai Litfiba, tu sai benissimo i  Litfiba si dividono in varie fasi, la fase degli anni 80 la fase dei 90 e poi gli anni a venire. Nella fase degli anni 80 eravamo una macchina da guerra all’attacco, si girava mezzo mondo,  se ne passavano di tutti i colori,  la band era molto creativa, era una grande band molto creativa ma di forti contrasti,  spesso e volentieri si facevano delle cose bellissime insieme ma spesso e volentieri si litigava anche e non è che ci fossero mezzi termini, ovviamente tutte queste cose finivano nella musica,  però come ho detto nel libro era dura gavetta perché malgrado fossimo conosciuti non è che si campasse nel lusso anzi spesso si faceva anche fatica a sopravvivere, queste cose le spiego bene nel libro

Ma quale era la tua percezione iniziale, a parte la passione , l’incoscienza giovanile, la guerra in testa, cosa immaginavi quando le cose hanno iniziato a girare e facevate i concerti a livelli più professionali

Non immaginavo più di tanto, lo facevo istintivamente perché in realtà io immagino le cose, ecco ci penso più adesso con la maturità ma quando avevo i due davanti non è che si ragionava tanto si faceva e basta era un po’ armiamoci e partite,  poi ho ripensato dopo con il senno della maturità a tutte le cose che sono successe,  alle tante cose che ho vissuto,  ma all’epoca era tutto istintivo, forte ed istintivo come cosa.

Il libro è pieno di aneddoti e curiosità, da “l’Italia finisce a Bari”, da Maroccolo che sbaglia a leggere il messaggio di Federico Fiumani e ti chiama (meglio così) e da li nasce la band, dall’uscita di Desaparecido alla tua patente di guida, ma se ti dovessi chiedere un pensiero, una aneddoto che descrivi nel libro, il primo che ti viene in mete

Beh forse se non mi avesse chiamato Gianni Maroccolo una altra band l’avrei fondata perché come ho detto nel libro “morto un Papa se ne fa subito un altro”,  però è andata così, la band è nata da un equivoco! Un aneddoto, allora il primo che mi viene in mente dei migliaia che ci sono dentro è quando si fece il festival di Roskilde con il Terremoto Tour, eravamo in mezzo al caos, c’era un pubblico infinito tipo un 300.000 persone,  tutte che bevevano come turchi e fumavano come dannati,  immagina, poi ci fu il nostro tour manager che disse “questo è il posto giusto per me, bellissimo”,  si mise in terra,  si fece una canna e subito arrivò la polizia e fu arrestato, tra tutta la gente presente fu l’unico ad essere preso, una scena talmente drammatica che era troppo divertente,  una specie di colmo dei colmi, qui  l’ho sintetizzata rispetto a quello che c’è scritto nel libro ma rende l’idea

In una vecchia intervista che abbiamo fatto, ma solo perché io solo legato in modo particolare al primo periodo dei Litfiba, per ovvii motivi di età,  scherzando dissi che i Litfiba erano finiti a “Litfiba 3” e Piero non ha gradito molto. Era una provocazione ovviamente, ma in verità avete continuato a tirar fuori dal cilindro pezzi bellissimi. Il successo di Pirata, la diffusione su larga scala arriva a cavallo tra gli anni 80 ed i 90, il suono era cambiato, avevate trovato la strada giusta? Diversi equilibri forse, cosa era cambiato nella vostra vita

Sicuramente era cambiato qualcosa, con Pirata fu  l’anno di  transizione, il disco Pirata e l’89 sono stati di transizione  dalla vecchia band alla nuova band, anch’ io amo gli anni 80 come te,  sono una fase importantissima dei Litfiba ma ho amato anche gli anni 90,  è un’altra espressione della band,  sono due espressioni completamente diverse. Sicuramente successe che da  4 persone che componevano il gruppo si rimase in due e si divisero i Litfiba, rimanemmo io e Piero che eravamo la frangia più rock della band, Antonio è musicalmente più sinfonico mentre Gianni è molto più underground come gusti musicali e chiaramente sparendo il lato underground e quello sinfonico ha prevalso la parte più blues e più rock. Probabilmente però questa fase ha incontrato di più il gusto della massa,  perché  lo sai anche tu, nel pubblico  c’è a chi piace l’underground, a chi piace il mainstream, chi il pop trucido, io ovviamente non faccio parte di questa frangia (nrd ride), insomma cominciammo a piacere al pubblico più rock per cui prima probabilmente  eravamo troppo particolari o troppo esoterici come tipo di viaggio

Probabilmente era anche lo specchio del periodo, perché negli anni 90 forse c’erano anche degli stimoli diversi e nuovi a livello musicale

C’è da dire che questo successo dei Litfiba a fine degli anni 80 e nei 90 a portato bene anche agli 80, c’è per esempio  l’album “17 Re”,  è uno degli album più belli in assoluto che hanno fatto i Litfiba, è il disco più bello degli anni 80, però ti garantisco che all’epoca sono stati veramente in pochi quelli che lo hanno considerato un bel disco, a parte qualche giornalista specializzato,  non vendette quasi niente,  fu snobbato dal pubblico, perché forse volendo era anche  un disco un pò difficile. C’è da dire che il successo degli anni 90 ha fatto in modo che tutto il nuovo pubblico andasse a sentirsi i Litfiba degli anni 80 e questo ha decretato il successo di quel disco, altrimenti sarebbe stato un disco andato nel dimenticatoio, cose che succedono, cose strane, a te piace perché sei un addetto ai lavori, hai una cultura musicale diversa, la gente ascolta quello che passano in radio,  è un’altra cosa

Come dicevo prima è un libro moto personale, lo hai impostato anche aprendoti  tanto, mettendoti molto a nudo, ci sono così tanti spunti nel libro che è difficile chiederti tutto. Se ti chiedessi, tra tutte le cose raccontate, le prime che ti vengono in mente,  il momento più bello, che ti ha dato più soddisfazione   e quello che ti ha fatto veramente arrabbiare?

Di momenti che mi hanno fatto arrabbiare ce ne sono tanti, è difficile da spiegare, mi fa arrabbiare la mancanza di dialogo con le persone, mi fanno  arrabbiare le falsità (Ghigo, è diventato un uomo diplomatico!) mi fa arrabbiare la distruzione di una persona, ma anche chi si auto distrugge perché sono una persona positiva,  abituata a lottare, nel lavoro e nella vita e qundi ci sono tante cose che mi fanno arrabbiare, non riesco ad individuarne una sola al momento. La soddisfazione, i momenti più grossi di soddisfazione dal punto di vista lavorativo sono stati fare  dei concerti  dove ti sei divertito veramente e dove hai fatto divertire il pubblico, ecco  questo per me è un grande motivo di soddisfazione e di queste situazioni ne ho vissute veramente tante nella mia carriera, veramente tantissime,  poi arrivare al successo è sicuramente una grossa soddisfazione,  è la realizzazione di una vita,   di quello che hai vissuto e soprattutto di quello che hai rischiato perché io per fare il musicista ho rischiato sulla mia pelle veramente, se mi andava bene andava bene ma se andava male andavo a fare il mozzo sulle navi c’è poco da dire, però è andata bene, per una ragione o un’altra, per qualità o fortuna, o 50 e 50 non lo so!

Un altro elemento che traspare dai tuoi racconti è questo: alzando il livello delle produzioni è cambiato tutto  ci si addentra in vari passaggi e cambiamenti. Nel momento in cui arriva il successo cambiano tante cose, tu hai avuto mi sembra, sempre lo stesso spirito malgrado intorno a te il mondo stava cambiando, le persone stavano cambiando,  cambiava anche  il rispetto della gente o con chi lavoravi,  c’era una considerazione diversa anche nello  stesso team di lavoro. E’ stato difficile mantenersi lucidi in questa situazione,  ed intendo a livello umano? Dal libro traspaiono una miriade di emozioni,  di cadute per poi rialzarsi e poi il successo che può stordire , tu invece hai mantenuto i piedi per terra ed un approccio umile

Penso di aver mantenuto bene i piedi per terra prima e nel grande successo poi,  ma penso sia una questione caratteriale,  in ogni caso anche perché io vengo fondamentalmente da una famiglia molto povera quindi  abituata agli stenti e questo ti da un’educazione con i piedi ben piantati per terra e ti fa rendere conto di tante cose,  una certa maturità viene anche dalla sofferenza,  quando hai una eduzione di questo tipo ti rendi conto  di come va il mondo

Ci sono tante storie incredibili, i viaggi, i backstage, dal rock al Pavarotti & Friends dove hai anche conosciuto, e lo sottolineo, Elton John!

Hai ragione perché mi ha anche palpato il culo , mentre stavo chiacchierando con Liza Minnelli è arrivato alle mie spalle e mi ha palpato anche le chiappe!!!  Succedono anche queste cose!

Appena si sblocca la situazione sicuramente porterai la presentazione del libro in giro,  ma parlando del tuo ultimo periodo e delle produzioni No.Vox,  hai continuato a comporre musica? quali saranno i prossimi step?

Allora diciamo che il libro sta andando molto bene e contrariamente alle aspettative,  perché non me lo immaginavo  che andasse così bene, è già alla seconda ristampa! E’ esaurito e l’hanno ristampato e si sta esaurendo ancora, nonostante non abbia fatto incontri o firma copie perché con il Covid non si posso fare queste cose. I Litfiba sono la mia band principale ed è un periodo che siamo fermi ed io ho approfittato anche per dare sfogo alla mia creatività musicale,  perché sono un’anima in pena,  sono sempre a comporre e a fare musica,  diciamo che ho fatto questo nuovo viaggio che si chiama No.Vox, come dice il nome senza alcun tipo di voce,  quindi solo strumentale,  un progetto nuovo destinato a durare nel tempo, a crescere negli anni pian piano, chiaramente la musica strumentale è sempre esistita ed esisterà sempre e non ha limiti temporali o limiti di nessun tipo,  la puoi fare anche a 120 anni la musica strumentale. Non è un progetto per i palasport o i club ma un progetto per i teatri,  per il futuro verrà anche abbinato a immagini, costumi ed altri dettagli. Sta uscendo un disco di questo progetto No.Vox , c’è anche una anteprima, è allegata al libro, per chi volesse acquistare il libro c’è una edizione con libro e Cd insieme,  però è una anteprima perché il disco uscirà  in primavera, uscirà il cd,  il vinile e tutto su digitale bla bla etc. Poi i No.Vox cominceranno a fare anche i concerti,  sta già uscendo qualcosa non posso dire nulla al momento per scaramanzia ma si stanno muovendo delle cose

A tutti gli ascoltatori di RKO dategliele secche ragazzi!! La musica ha bisogno di voi cerchiamo di dare man forte, di seguire e sostenere la musica che ci piace! Ciao a tutti alla prossima!

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