Tommaso Cerasuolo ci racconta il nuovo album dei Perturbazione “(dis)amore”. (dis)amore, è il nuovo lavoro dei Perturbazione, l’ottavo disco di studio, un disco doppio, un concept album di 23 canzoni che uscirà il 29 maggio per Ala Bianca Records, sulle piattaforme digitali, in cd e vinile.
Scritto, arrangiato e suonato dai Perturbazione, (dis)amore è un album che parte, si sviluppa e si conclude attraverso il racconto di una storia. Una storia d’amore. E di disamore. Due persone, di cui non sappiamo nulla. Possono avere qualunque età, possono vivere e muoversi ovunque. Due persone che si conoscono, diventano intime, s’innamorano e che stabiliscono una relazione affettiva fortissima. Il tempo passa e la relazione – complici le mille distrazioni dentro e fuori il mondo attorno – cambia pelle e porta i due ad allontanarsi sempre più. A non riconoscersi. Tutto qui, ma solo apparentemente. Perché la storia è raccontata in ordine cronologico, con le canzoni che fanno da commento alle varie fasi del rapporto fra i due protagonisti. La scoperta, l’innamoramento, la pienezza della condivisione, il consolidamento, i primi dubbi, le crepe, le bugie, i silenzi, i muri, la distanza, il dolore, le assenze.
(dis)amore è il nuovo album dei Perturbazione. Un album che si potrebbe definire attraverso molti aggettivi: doppio, stratificato, concettuale, variegato. Ma che in realtà parte, si sviluppa e si conclude attraverso il racconto di una storia. Una storia d’amore. E di disamore. Due persone, di cui non sappiamo nulla. Possono avere qualunque età, possono vivere e muoversi ovunque. Due persone che si conoscono, diventano intime, s’innamorano e che stabiliscono una relazione affettiva fortissima. Il tempo passa e la relazione – complici le mille distrazioni dentro e fuori il mondo attorno – cambia pelle e porta i due ad allontanarsi sempre più. A non riconoscersi. Tutto qui, ma solo apparentemente. Perché la storia è raccontata in ordine cronologico, con le canzoni che fanno da commento alle varie fasi del rapporto fra i due protagonisti. La scoperta, l’innamoramento, la pienezza della condivisione, il consolidamento, i primi dubbi, le crepe, le bugie, i silenzi, i muri, la distanza, il dolore, le assenze.
La voce che canta è una sola, quella di Tommaso, cantante dei Perturbazione. Ma le voci narranti nel disco sono molte. Di volta in volta a parlare ci sono lui, lei o altri attori che ruotano attorno alla vicenda e alla storia dei due. Perché una storia si compone di molti protagonisti, molte voci, molto tempo, molte canzoni in questo caso. Sono 23 i brani che compongono questo concept album. Doppio. Un disco che mostra appunto due facce, un’ascesa nella pienezza della relazione e una discesa nell’abbandono. Amore e disamore. Ma il (dis)amore narrato non è solo quello della relazione fra i due, è anche un sentimento che emerge giorno dopo giorno rispetto a tanti aspetti della vita che ci scorre affianco. Le case, il cibo, gli amici, la spesa, il lavoro, il tempo libero e quello imprigionato.
(dis)amore racconta quella che potremmo definire un’eccezionalità di massa. Parla di due persone che sono e si sentono uniche, pur attraversando un percorso comune, vivendo il presente. Attorno a loro tutto si sgretola, niente è più stabile, si accendono per qualcosa ma pagano il prezzo causato dal desiderio. Persone che nelle relazioni e nel mondo non trovano ciò che si erano immaginate di trovare, che si fermano disorientate a un livello intermedio, incapaci di fare un passo indietro o uno in avanti. Lo speciale che diventa normale e che penetra anche dentro l’idea di coppia, sesso, famiglia. Essere come tutti, ma sentirsi inevitabilmente unici: l’eccezionalità di massa.
Figlio di una tradizione ormai quasi dimenticata, quella dei concept album, (dis)amore è un disco parente di opere italiane e internazionali, di ieri e di oggi: da Calabuig, Stranamore e Altri Incidenti di Roberto Vecchioni a 69 Love Songs dei Magnetic Fields. Da Domestica dei Cursive a Canzoni Di Una Coppia di Margot. Musica italiana e internazionale, mischiata insieme: un’attitudine che da sempre ispira il gruppo piemontese, che assembla la lingua nazionale alle più disparate influenze. Per questo dentro (dis)amore troverete colori e parole che sfiorano Dino Buzzati, The XX, Ivan Graziani, The Cure, Domenico Starnone, The Smiths, Natalia Ginzburg, R.E.M., Andre Dubus, Talking Heads, John Cheever, Radiohead, Edoardo Albinati, Luigi Tenco, Carlo Cassola, Beach House, Nick Drake e altro ancora.

(dis)amore è un disco “sottoprodotto” (inteso come contrario di “overproduced”). I Perturbazione hanno pensato che questa fosse la direzione giusta quando hanno cominciato a dargli forma. Lontano dalla loudness war, la guerra del volume odierna. È un disco che parla sottovoce, ma con fermezza. Ha per lo più il gusto della sala prove, è una scelta. Ci siamo abituati a prodotti (e produzioni) estremamente puntuali, a tratti asettici, esattamente come nel mondo delle foto ci siamo abituati all’intervento di photoshop. Lungi dal giudicare questa attitudine, la band è però convinta che la forma sia oramai parte della sostanza. Spesso nella prima ci si trova più “vita” che nella seconda e, siccome questo è un disco che vuole raccontare la vita, i Perturbazione ritengono che questa strada fosse la più idonea e interessante, che questa forma fosse la più aderente alla sostanza.
I Perturbazione hanno giocato in passato con un’estetica più scintillante ma, oggi, visto anche il cambio generazionale che sta avvenendo nella musica, sentivano il bisogno profondo di (ri)affermare quale fosse il loro mondo di provenienza: quello che più li ha nutriti e fatti apprezzare, ciò che sanno fare meglio. Canzoni d’amore e disamore. Dove le parentesi fanno parte della storia. Della vita.