Per questa settimana, che va da giovedì 13 a mercoledì prossimo, 19 febbraio, vi descriverò brevemente 10 pellicole: 6 di queste arrivano in sala oggi, mentre domani torna Amarcord e fino a mercoledì 19 febbraio arrivano altri 3 titoli, documentari musicali e non solo.
- Gli anni più belli – film drammatico di produzione italiana del 2020, diretto da Gabriele Muccino, con Pierfrancesco Favino e Micaela Ramazzotti. Durata 129 minuti. Distribuito da 01 Distribution.
- Il lago delle oche selvatiche – film drammatico del 2019, diretto da Yi Nan Diao, con Ge Hu e Kwai Lun-mei. Durata 103 minuti. Distribuito da Movies Inspired.
- Memorie di un assassino – Memories of murder – Tra il thriller ed il film drammatico del 2003, è diretto da Bong Joon Ho, con Kang-ho Song e Kim Sang-Kyung. Durata 131 minuti. Distribuito da Academy Two.
- Fantasy Island – horror, thriller del 2020, diretto da Jeff Wadlow, con Michael Peña e Maggie Q. Durata 110 minuti. Distribuito da Sony Pictures Italia / Warner Bros. Italia.
- Sonic – animazione, avventura ed azione. Prodotto nel 2020 è diretto da Jeff Fowler, con James Marsden e Ben Schwartz. Durata 100 minuti. Distribuito da 20th Century Fox.
- Alla Mia Piccola Sama – documentario del 2019, diretto da Waad Al-Khateab, Edward Watts, con Jasmine Trinca. Durata 100 minuti. Distribuito da Wanted Cinema.
Il 14 febbraio per le rassegne Il Cinema Ritrovato.. al Cinema e Fellini 100:
- Amarcord, commedia di Federico Fellini. Regia: Federico Fellini. Sceneggiatura: Federico Fellini, Tonino Guerra. Fotografia: Giuseppe Rotunno. Montaggio: Ruggero Mastroianni. Musica: Nino Rota. Scenografia e costumi: Danilo Donati. Interpreti: Bruno Zanin (Titta), Pupella Maggio (Miranda), durata: 127 min produzione: ITA-FRA (1974). Restauro realizzato da Cineteca di Bologna con il sostegno di yoox.com e il contributo del Comune di Rimini. In collaborazione con Cristaldifilm e Warner Bros.
Precede la proiezione AMARCORD FELLINI – Provini, tagli e doppi scelti da Giuseppe Tornatore
Sabato 15 febbraio
- Caterina – documentario del 2019, diretto da Francesco Corsi. Durata 75 minuti. Distribuito da Kiné.
Lunedì 17 febbraio
- Fabrizio De Andrè e PFM – Il Concerto Ritrovato – è un documentario del 2019, diretto da Walter Veltroni. Distribuito da Nexo Digital.
- Lunar City – documentario del 2019, diretto da Alessandra Bonavina. Durata 65 minuti. Distribuito da Vision Distribution.
Incomincio dalle uscite di oggi, giovedì 13 febbraio, e questa volta parto dall’Italia
Gli anni più belli
Dopo A casa tutti bene Gabriele Muccino dà corpo a un progetto a cui pensava da un po’, ispirato dal capolavoro di Ettore Scola C’eravamo tanto amati. È la storia di un gruppo di quattro amici, legati da 40 anni, esattamente dal 1980 ad oggi, formato da Giulio (Pierfrancesco Favino), Gemma (Micaela Ramazzotti), Paolo (Kim Rossi Stuart) e Riccardo (Claudio Santamaria). Riuniti dopo anni, nel corso dei quali hanno preso strade diverse, i quattro si ritrovano ancora una volta insieme per ricordare gli anni ’80, i momenti di gioia e quelli che hanno messo poi duramente alla prova la loro amicizia, con delusioni o rimpianti.
Gli Anni Più Belli racconta anche Roma e suoi mutamenti nel tempo. La capitale ha infatti ospitato quasi tutti i film italiani del regista Gabriele Muccino: Ecco fatto, Come te nessuno mai, L’ultimo bacio, Ricordati di me, Baciami ancora. La sceneggiatura è stata scritta dallo stesso Muccino insieme a Paolo Costella, già suo collaboratore per A casa tutti bene e regista della commedia con Massimo Boldi Matrimonio al Sud. Nel film esordisce come attrice la cantante Emma Marrone, voluta fortemente dal regista. Il titolo del film riprende il brano inedito di Claudio Baglioni inserito nella colonna sonora che comunque è di Nicola Piovani.
La giostrina sull’isola o Trailer dancing dalla colonna sonora di A casa Tutti Bene di Nicola Piovani. Soundtrack:
Il Brano omonimo di Claudio Baglioni:
Il Trailer:
Il lago delle oche selvatiche
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2019 è un noir sulla storia di un gangster in fuga e in cerca di redenzione, che sacrifica tutto per la sua famiglia e per una ragazza in difficoltà, una prostituta impaziente di riconquistare la sua libertà. Entrambi vittime di una caccia all’uomo sulle rive del Waild Gus Leik Wild Goose Lake, i due decidono di giocare per un’ultima e decisiva volta con il loro destino. Il titolo internazionale del film è più o meno traducibile come “Appuntamento in una stazione del Sud”. La regia è di iNien[td]iAo Yi Nan Diao. Opera seconda di un regista già vincitore di un Orso d’oro a Berlino e accreditato dai più come l’autore cinese su cui puntare per il futuro. Il film conferma a più riprese come le speranze su Diao Yi Nan siano state ben riposte e come il suo stile sia già definito e maturo.
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2019 è un noir sulla storia di un gangster in fuga e in cerca di redenzione, che sacrifica tutto per la sua famiglia e per una ragazza in difficoltà, una prostituta impaziente di riconquistare la sua libertà. Entrambi vittime di una caccia all’uomo sulle rive del Wild Goose Lake, i due decidono di giocare per un’ultima e decisiva volta con il loro destino. Il titolo internazionale del film è più o meno traducibile come “Appuntamento in una stazione del Sud”. La regia è di Yi Nan Diao. Opera seconda di un regista già vincitore di un Orso d’oro a Berlino e accreditato dai più come l’autore cinese su cui puntare per il futuro. Il film conferma a più riprese come le speranze su Diao Yi Nan siano state ben riposte e come il suo stile sia già definito e maturo.
Il Trailer:
Ecco il lavoro premiato come Miglior film alla cerimonia degli Oscar 2020 lo scorso 10 febbrao.
Memorie di un assassino – Memories of murder
Ambientato nel 1986 nella provincia di Gyeonggi, nella Corea del Sud e diretto da Bong Joon Ho è un thriller poliziesco del 2003, primo capolavoro del maestro Ho, riproposto ora nelle sale italiane. Miscelando perfettamente registro comico e drammatico ci narra di due detective che indagano su due casi di donne ritrovate morte, uccise molto probabilmente dalla stessa mano. La sceneggiatura è stata influenzata dal fumetto From Hell di Alan Moore, ma è basato anche su una serie di omicidi commessi negli anni ’80, nella città coreana di Hwaseong, da cui è stata tratta la piéce Come See Me. In mezzo a tanto cinema autocritico sugli anni bui della Corea del Sud, Memorie di un assassino restituisce il clima di ignoranza e violenza sotto il regime militare nella provincia più sperduta, mantenendo sullo sfondo, senza giudicarle, le aberrazioni del governo. La narrazione del talentuoso Bong Joon-ho (The Host, Mother) adotta un registro quasi comico per sottolineare il clima farsesco della polizia di regime e racconta l’autorità come manganello del potere, l’incapacità di questa di impedire un omicidio, perché impegnata a reprimere una rivolta studentesca. La fotografia di Kim Heong-gyu sottolinea il clima malsano di Gyeonggi: un abisso di pessimismo sulla natura umana dove è bandita ogni forma di redenzione ma soprattutto di comprensione.
Uno dei capolavori della Corea di inizio millennio, oltre che un clamoroso successo di pubblico. Il film è stato premiato a Torino Film Festival, ha raccolto un gran numero di riconoscimenti in oriente. Bong Joon-ho con questo film ha vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2019. È chiaro che il cineasta coreano è particolarmente attenzionato in questo momento, considerato che il suo ultimo lavoro, Parasite, primo film coreano ed essere candidato agli Oscar, con 6 importantissime nomination: miglior film, miglior regia, sceneggiatura originale, film internazionale, montaggio e scenografia, premiato come MIglior film. Ha raccolto riconoscimenti dalle associazioni di categoria di tutto il mondo ed è stato candidato ai Bafta in 4 categorie oltre ad aver vinto il Golden Globe come miglior film straniero.
Le musiche di Memorie di un assassino sono del compositore giapponese Tarô Iwashiro, attivo dal 1997 per varie colonne sonore di film e serie-Tv.
Per conoscere meglio questo compositore è possibile consultare il suo Spotify:
Il Trailer:
Fantasy Island
Fantasy Island è stata una celeberrima serie tv, intitolata in Italia Fantasilandia, creata da Gene Levin e andata in onda dal 1977 al 1984. Il film, ora diretto da Jeff Wadlow, è l’adattamento in chiave horror della fortunata serie ed ha come protagonista l’enigmatico Mr. Roarke (Michael Peña); come location il suo lussuosissimo e remoto resort in una sperduta isola tropicale, dove è ben venuto chiunque voglia realizzare il suo sogno nel cassetto. Mr. Roarke infatti dà forma a qualsiasi fantasia il suo ospite gli chieda, ma… ben presto gli ospiti si ritrovano intrappolati sull’isola, dalla quale potranno fuggire solo risolvendo il mistero che l’isola stessa nasconde segretamente (un po’ alla Lost). Il film è stato descritto come un mix perfetto tra la serie TV Westworld (2016) e il film Quella casa nel bosco (2012). Le musiche sono di Matthew Margeson, musicista compositore ed arrangiatore americano per film, Tv e videgame. È socio della Hans Zimmer’s Remote Control Productions, collaboratore di vari compositori come Henry Jackman in film come Kick-Ass 2, Kingsman: The Secret Service, ed il suo sequel Kingsman: The Golden Circle.
Soundtrack:
Il Trailer:
Vi presento ora uno dei personaggi più popolari dell’universo videoludico. Tecnicamente un riccio, ma in realtà è un alieno proveniente dal pianeta Mobius ed ha tra i 15 e i 17 anni di età.
Sonic – Il Film
Il supersonico alieno blu sfuggito al governo esce dai monitor del videogioco “Sonic the Hedgehog” (del 1991) e finalmente arriva sul grande schermo per la regia di Jeff Fowler. Ci arriva dopo un percorso durato ben sette anni. Era infatti il 2013 quando la Sony Pictures Entertainment ottenne dalla SEGA i diritti per portare al cinema la famosa mascotte, una vera icona. Tre anni più tardi, nel 2016, entrarono a far parte del progetto in pianta stabile il producer Tim Miller (anche dietro alla macchina da presa per Deadpool e Terminator: Destino oscuro) e il regista Jeff Fowler, al tempo al suo debutto nella regia di un lungometraggio, dopo aver sfiorato l’Oscar con il corto Gopher Broke nel 2005. Miller e Fowler fanno da sempre parte dello studio di CGI (Computer-generated imagery, termine mutuato dall’inglese che tradotto letteralmente in italiano significa “immagini generate al computer” più nota con la sigla CGI, è un’applicazione nel campo della computer grafica, o più specificatamente, nel campo della computer grafica 3D per la resa degli effetti speciali) ed effetti visivi Blur Studio, fondato peraltro dallo stesso Tim Miller. Nel 2017, però, la Sony ha venduto il progetto alla Paramount, che l’ha comunque accettato senza cambi in regia e produzione, collocandolo in uscita nel novembre del 2019. Già nella primavera del 2018 furono resi noti i due grandi nomi del cast: James Marsden, come amico umano di Sonic, e addirittura Jim Carrey in quelli del cattivissimo dr. Robotnik. Le riprese si sono svolte serenamente tra l’estate e l’autunno del 2018: tutto sembrava andare come previsto, ma la pubblicazione del trailer alla fine dell’aprile 2019 ha seminato il panico presso la Paramount, che aveva accettato il look più fotorealistico di Sonic immaginando che potesse piacere a tutti.
Le critiche all’aspetto del protagonista nel primo trailer sono state invece pressoché unanimi, tanto da spingere all’annuncio di una completa revisione estetica del personaggio, e al conseguente slittamento del film al febbraio 2020. I ritocchi hanno fatto lievitare di altri 5 milioni di dollari un budget che già ne pesava 90, con un risultato ibrido tra live action e CGI (un po’ sullo stile di Alvin Superstar, i Puffi o Pokémon Detective Pikachu).
Sonic era già stato trasposto su schermo per un totale ad oggi di 50 titoli. Tra il 1993 e il 1994, era arrivato in TV per delle serie andate in onda quando il fenomeno era appena scoppiato, dopo l’uscita del primo videogame nel 1991 su Sega Megadrive. Nel 1996 fu realizzato inoltre un Original Animation Video in due parti, per un totale di un’ora di materiale assimilabile a un solo lungometraggio animato, a cura del mitico Studio Pierrot, quelli di L’incantevole Creamy e Naruto. Sono seguite poi altre tre serie, fino al 2017, quando la saga si è conclusa con Sonic Boom. Uno dei primi testimonial del personaggio Sonic nell’Italia dei primi anni novanta fu Jerry Calà, protagonista di uno spot per Giochi Preziosi, che al tempo curava la distribuzione italiana della console di casa SEGA.
Il Trailer:
Alla mia piccola Sama
Prende la forma di una lettera d’amore di una madre ventiseienne siriana, Waad al-Kateab, per sua figlia Sama. Decide di filmare la sua vita in Siria, da ribelle, durante i 5 anni di rivolta, di registrare un video-messaggio durante gli ultimi giorni della battaglia di Aleppo, per raccontare alla bimba come sia venuta al mondo, nel caso non avesse più la possibilità di vederla crescere, poiché Waad e suo marito Hamza, medico nell’ultimo ospedale della città, sono ogni giorno il pericolo di vita per via dei bombardamenti continui. Il racconto prosegue con la continua lotta per la libertà, la ribellione e l’esilio, in un esodo che potrebbe portare i due genitori alla morte. Il film, con Jasmine Trinca, ha ottenuto 1 nomination ai Premi Oscar 2020 nella categoria Miglior Documentario. Durante il MedFilm Festival di Roma si è aggiudicato quattro premi: Miglior film nel Concorso ufficiale Amore e Psiche, Premio diritti umani Amnesty International, Miglior film delle Giurie Universitarie dei Circoli di lettura delle Biblioteche. Le musiche sono di Nainita Desai.
La colonna sonora:
Il Trailer:
Ieri, venerdì 14 febbraio per le rassegne Il Cinema Ritrovato.. al Cinema e Fellini 100 “è stato di scena” anche al Piccolo Osservatorio Garzia di Terlizzi alle 21:00
Amarcord
Commedia di Federico Fellini. Regia: Federico Fellini. Sceneggiatura: Federico Fellini, Tonino Guerra. Fotografia: Giuseppe Rotunno. Montaggio: Ruggero Mastroianni. Musica: Nino Rota. Scenografia e costumi: Danilo Donati. Interpreti: Bruno Zanin (Titta), Pupella Maggio (Miranda), durata: 127 min produzione: ITA-FRA (1974). Restauro realizzato da Cineteca di Bologna con il sostegno di yoox.com e il contributo del Comune di Rimini. In collaborazione con Cristaldifilm e Warner Bros.
Esattamente vent’anni dopo avere raccontato la storia di una fuga dalla provincia in I vitelloni (che peraltro è in programmazione lunedì 17 febbraio al DB d’Essai di Lecce), l’autore ritorna in quel piccolo mondo, ricostruendo gli ambienti della sua adolescenza a Cinecittà e a Ostia. La famiglia che vediamo rievocata nel film è quella dell’amico d’infanzia Titta Benzi e intorno a lui pullula un’umanità descritta con tinte sanguigne e linee grottesche (soprattutto i rappresentanti delle istituzioni, il clero e i gerarchi fascisti), con tenera sensualità (la Gradisca) e un’ironia al tempo stesso affettuosa e graffiante. La vitalità delle figure che popolano il film (compresa l’emarginata ninfomane Volpina) cela una sotterranea, profonda malinconia. Il piccolo borgo romagnolo degli anni Trenta riassume una delle più penetranti immagini dell’Italia secondo Fellini: un piccolo mondo immaturo e conformista, succube di un regime becero e mistificatore, o tristemente impotente di fronte alle sue violenze.
precede
AMARCORD FELLINI – Provini, tagli e doppi scelti da Giuseppe Tornatore
In uscita sabato 15 febbraio
Caterina
Il ritrovamento di quel documentario che si credeva perso e la digitalizzazione di alcuni nastri danno il via a Caterina, docufilm di Francesco Corsi (Memorias, 2015), che ha realizzato tramite un crowdfunding, ma soprattutto grazie alla disponibilità dei colleghi di palco della Bueno, il cui percorso artistico e di ricerca si è intrecciato più volte a quello di altri intellettuali dell’epoca, come Pier Paolo Paoslini, Umberto Eco e molti altri. Caterina Bueno (Fiesole 1943 – Firenze 2007) è la Caterina a cui Francesco De Gregori ha dedicato il brano Titanic (1982), figura carismatica, teatrale, volitiva, un impasto di voce e presenza scenica, tra Laura Betti, Edith Piaf e Gabriella Ferri. Armata di un registratore, Caterina Bueno andava nelle case a raccogliere con paziente curiosità i canti dei contadini. Una miniera di temi non solo amorosi ma anche politici, tra povertà, immigrazione, lotta di classe: nello scrigno dei suoi rinvenimenti anche un motivo che farà da base a Ho visto un re di Dario Fo, con cui collaborò per lo spettacolo Ci ragiono e canto (1966), nato dalle ricognizioni nel folk dell’Istituto Ernesto De Martino. Maremma amara (poi ripreso da Amalia Rodrigues, Nada, Gianna Nannini), qui adeguatamente posto a conclusione del racconto, è stato tra i brani più noti del suo repertorio.
Nelle sale da lunedì 17 febbraio anche il 18 e 19
Fabrizio De Andrè e Pfm – Il Concerto Ritrovato
Walter Veltroni riporta in vita uno degli eventi cardine della musica italiana, quello tenutosi a Genova il 3 gennaio 1979. Nel 1978 infatti la Premiata Forneria Marconi convinse De André a fare un tour insieme, in giro per l’Italia, ri-arrangiando in chiave rock per la prima volta nella sua carriera i suoi brani. Un nastro rimasto fino a ora sepolto e gelosamente custodito per oltre 40 anni dal regista Piero Frattari, che partecipò alla realizzazione delle riprese. Finalmente ritrovato, il filmato è stato restaurato per una versione cinematografica, che potrà riportare indietro nel tempo i nostalgici ed affascinare le nuove generazioni. Un tour, quello di Faber con la PFM, che ha visto uniti sul palco due simboli dell’Italia e della musica italiana.
Walter Veltroni, emozionato per il filmato rinvenuto, ha accettato immediatamente l’invito alla regia e ha commentato: “È un documento inedito di grande valore musicale e culturale, sottratto alla distruzione, che mostreremo integralmente. Attraverso le interviste dei protagonisti gli spettatori viaggeranno nel tempo e nello spazio, fino alle porte del padiglione C della Fiera di Genova, quel 3 gennaio del 1979”.
Fino al 3 maggio 2020 è possibile fare un viaggio nello spazio visitando Lunar City, una rassegna interattiva allestita all’interno dell’M9, il Museo del Novecento di Mestre cui è seguito un documentario
È possibile vedere al cinema infatti
Lunar City
In occasione dei cinquant’anni del primo sbarco sulla Luna, quando il 20 luglio 1969 Neil Armstrong posò il primo scarpone terrestre sul suolo lunare, L’ASI – Agenzia Spaziale Italiana, Regione Lazio, Next One Film Group in collaborazione con l’INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica ed ESA – European Space Agency producono questo docufilm con la regia di Alessandra Bonavina, per raccontare le sfide presenti e future, le tecnologie più avanzate e l’impegno di uomini e mezzi che porteranno il genere umano a ritornare sulla Luna e conquistare lo spazio profondo.
Le figure chiave, impegnate nelle prossime missioni lunari, spiegano in alcune interviste come, in un futuro non così lontano, sarà possibile per gli astronauti partire dal pianeta Terra con una normale capsula Orion, attraccare dopo qualche giorno al Gateway di una stazione spaziale in cislunare per poi far rotta verso lo spazio interplanetario a bordo del Transport.
Cartellone Cinema vi dà appuntamento a giovedì prossimo alle 18:00, sempre su http://www.rkonair.com.
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