“L’era del cigno bianco” è il nuovo dei Salento All Stars: intervista a Davide Apollonio

E’ uscito il nuovo album per i Salento All Stars, si chiama “L’ era del cigno bianco”! Anche questa volta il collettivo salentino si è valso della collaborazione di nomi illustri come Michele Riondino, Mama Marjas, O’Zulù, ma anche Erica Mou, Papa Ricky e molti altri artisti salentini. Un messaggio positivo rispetto a quello che stiamo vivendo ma senza dimenticare il proprio impegno sociale. Ne parliamo con Davide Apollonio.

 SALENTO ALL STARS Intervista con Davide Apollonio

 Prima di parlare del nuovo album, vorrei fare un passo indietro e ricordare come e quando è nato il progetto Salento All Stars

  Il collettivo nasce nel 2014 e nasce da una idea ben precisa, perché proprio nel 2014 festeggiavo il ventennale di un brano che avevo scritto nel ’94 appunto, il brano era “Salento, Lu Sule, Lu Mare, Lu Jentu”, un pezzo che era rimasto chiuso in un cassetto e dopo un paio di anni ho iniziato a suonarlo con una delle band che ho fondato, ovvero gli  Apres La Classe. Poi questo brano, grazie al lavoro fatto dagli Apres, è diventato così importante e così diffuso che dopo 20 anni ho pensato meritasse un compleanno. Per questo in pratica ho ideato questa formula,  cioè di registrare chiamando a raccolta tanti musicisti che arrivavano magari da esperienze musicali differenti ma sempre dall’area salentina  e doveva essere un progetto una tantum, cioè incidere solo questo brano poi invece l’idea è iniziata a piacere facendo trasformare questa cosa  in un progetto vero e proprio,  con un primo disco di inediti inciso nel 2015 che era “Made in Salento”  per poi arrivare ad oggi con questo nuovo album “L’era del Cigno Bianco”

Come siete arrivati a questo nuovo album, parlando di progettualità, ma soprattutto chi avete coinvolto per questo nuovo capitolo della vostra discografia

Nel primo disco erano state coinvolte più di 40 persone, in questo, anche per problemi legati al Covid, siamo a più di trenta quindi in ogni caso siamo tanti, davvero tanti,  nonostante le restrizioni ed i problemi per gli spostamenti ma siamo riusciti a salvaguardare questa formula del collettivo. Nel “L’era del cigno bianco” ci sono delle partecipazioni abbastanza illustri come l’attore Michele Riondino che è anche un cantante, a lui piace molto suonare rock e partecipa ad uno dei brani del disco cioè “qui non passa” insieme a  Mama Marjas anche lei tarantina come lui, poi c’è O’ Zulù dei 99 Posse in “logorato” insieme a Papa Ricky, poi c’è Erica Mou in “mai mai” e tanti altri artisti della scena salentina ma anche romana.

A livello artistico, come dicevi tu avete sicuramente avuto dei problemi causa la situazione che stiamo vivendo per  tutte le restrizioni del caso,  ma per gli arrangiamenti avete registrato a distanza? Come vi siete organizzati per riuscire ad ottenere tutte queste collaborazioni?

Abbiamo dovuto fare di necessità virtù, nel senso che alcuni brani sono stati registrati quando si poteva registrare,  tutti alla Gate 19 che è il nostro studio , qualcos’altro è stato registrato su Roma grazie a Peppe Levanto che è il produttore artistico di questo album insieme a  me, ha anche scritto la gran parte dei brani contenuti nel disco. In alcuni casi ci siamo dovuti ingegnare e per fortuna molti di noi dispongono  di un proprio home studio,  quindi ognuno ha registrato a casa dal proprio studio per poi inviare le tracce a noi dove sono state assemblate

L’era del cigno bianco, anche se questa cosa te l’avranno chiesta in molti, ma ha un evidente rimando  al grande  Battiato, perché? E’ voluto o una coincidenza?

Effettivamente suona molto come “l’era del cinghiale bianco” di Battiato ma non è nato da lì, ovviamente nei miei ascolti Battiato è tra i miei  preferiti quindi appena ho tirato fuori questo titolo la mente è subito rimbalzata  al titolo di quella canzone. Ero in dubbio se tenere quel titolo  che aveva un significato ben preciso per me, che poi oltre alla canzone ha dato nome anche a tutto l’album, oppure  pensare ad un altro modo per dire le stesse cose e non c’era,  quindi ho tenuto il primo titolo sapendo già che molti mi avrebbero chiesto di questo parallelismo con Battiato, quindi diciamo che è un omaggio al grande maestro, ma come dicevo arriva da tutt’altra parte, “l’era del cigno bianco” si basa sul suo contrario è quell’evento straordinario che nessuno aveva  calcolato prima e che sconvolge le nostra vite, come quello che ci è accaduto con il Covid 19, quindi l’era del cigno bianco rappresenta la nostra vita precedente a questo evento ma anche quella che sarà subito dopo questa pandemia,  sperando di ritrovarci tutti quanti magari persone migliori

E’ sicuramente un messaggio positivo, incoraggiante, tante storie nel disco da cui traspare anche il vostro impegno sociale

Si per noi è molto importante e ci rendiamo conto che per un artista salire su di un palco e sopraelevarsi su di un palco rispetto alla gente ti conferisce un ruolo solo  per il fatto che le persone vengono ad ascoltare quello che hai da dire,  quindi cerchiamo di utilizzare questo nostro ruolo al meglio e quando è possibile lanciare anche dei messaggi, e questi messaggi riguardano soprattutto il nostro territorio, quello che accade sul nostro territorio,  quindi non disdegniamo  l’impegno sociale

Parlando ancora del lavoro fatto a distanza, mi è sembrato che le sonorità siano abbastanza trasversali, cioè ognuno ha messo del proprio in questo lavoro, la propria esperienza e sensibilità musicale, alla fine spaziando tra vari generi

Si è una prerogativa del nostro progetto, cioè lasciare la libertà ad un musicista coinvolto,  il proprio spazio,  il poter dare sfogo alla sua personalità.  Nel complesso a noi piace sperimentare,  provare soluzioni nuove anche dal punto di vista del suono, credo che per un arista sia uno stimolo non ripetere sempre lo stesso cliché,  cercare suoni diversi, metodi diversi  per  creare una canzone e credo sia stimolante per continuare a tirare fuori cose nuove

Davide ringraziandoti per la chiacchierata, prima di salutarci, quali sono i contatti della band, per cecavi sul web

Sul web è molto semplice,  basta digitare Salento Alla Stars e vengono fuori tutti i vari social o le diverse piattaforme digitali dove siamo come per esempio Spotify Apple Music e così via

L’era del cigno bianco, il nuovo album dei Salento All Stars, prodotto da Gate19 con il sostegno di Puglia Sounds, arriva a sei anni di distanza dal precedente lavoro. Un disco, denso di contenuti e di partecipazioni importanti, che rappresenta un’evoluzione dello stile della band salentina che pur non dimenticando le proprie radici si apre a nuove sonorità. L’Era del cigno bianco prende il titolo dalla traccia numero quattro che, scritta in pieno lockdown, fotografa la primavera 2020 di un’Italia spaventata ma speranzosa di rialzarsi. Dieci tracce dove spiccano le partecipazioni di numerosi musicisti salentini e non solo: da Michele Riondino & Revolving Bridge a Mama Marjas, da Papa Ricky a O’Zulù dei 99 Posse, passando per Erica Mou, Cristiana Verardo e Magnitudo12.

L’Era del cigno bianco è, per i Salento All Stars, il ritorno ad una “nuova normalità” dove avremo imparato (si spera) a godere delle piccole e grandi cose che fino a ora consideravamo scontate e insignificanti; un mondo che ci veda migliori e più consapevoli della fragilità dell’Uomo e del pianeta Terra. Ad aprire la tracklist troviamo “Qui non passa”, singolo pubblicato nel 2018, che vede la partecipazione di tre importanti realtà salentine: Michele Riondino, accompagnato dai Revolving Bridge, e Mama Marjas. Chitarre e fisarmoniche ricreano delle calde atmosfere gypsy sulle quali si fondono le voci di Alfredo Quaranta e Mama Marjas mentre, nella parte finale, Michele Riondino, insieme alla Revolving Bridge, conduce l’ascoltatore verso territori più rock e metropolitani. Il testo si fa portavoce di un popolo che da Taranto a San Foca lotta per i suoi diritti contro l’Ilva e la Tap, multinazionali che stanno, giorno dopo giorno, inquinando un vasto territorio che, fino a qualche tempo fa, era considerato un angolo di paradiso e che ora mette a repentaglio la vita dei suoi cittadini.

La traccia numero due è “Parole” , brano che più rappresenta il nuovo percorso musicale intrapreso dalla band che ora strizza l’occhio a sonorità più pop senza perdere l’acume nella scrittura. La tracklist prosegue con “Mai Mai” che vede la partecipazione di Erica Mou nello special. Questa canzone parla di diversità e delle barriere che gli uomini alzano nei confronti dei loro simili quando si toccano argomenti come il sesso, il colore della pelle e le classi sociali. In questi casi non ci si rende conto che la vita può cambiare e cambiarci in qualsiasi momento e questo dovrebbe far maturare in noi l’idea che siamo tutti uguali e che la vita è una cosa straordinaria che deve essere vissuta senza pregiudizi e distinzioni di genere. “L’Era del cigno bianco” è la traccia quattro e title track di questo nuovo lavoro. Si prosegue poi con “Navigare a vista”, singolo che ha anticipato l’uscita dell’album, una ballad dal sapore rock che vede la partecipazione della cantautrice salentina Cristiana Verardo già vincitrice del Premio Bianca d’Aponte, che irrompe nel brano impreziosendolo con l’atmosfera sognante della sua dolce voce. Il testo del brano descrive alla perfezione quella che è la vita dell’artista fatta spesso di porte chiuse in faccia, poche certezze e, a controbilanciare, un senso di libertà fuori dal comune che restituisce benessere e stimoli. Rime e suoni caldi riportano la mente al Mediterraneo di agosto mentre le linee del piano rhodes si confondono con lo sciabordio delle onde. “Rolling” e “Nice Day” , rispettivamente tracce sei e dieci, sono due brani decisamente atipici e scritti appositamente per la colonna sonora del film “Cobra non è”, debutto cinematografico di Mauro Russo, regista salentino noto come Calibro 9, ha diretto videoclip di Elodie, J-Ax e Fedez, Rovazzi, Boomdabash, Baby K e degli stessi Salento All Stars (per citarne alcuni).

Questi due brani sono stati concepiti partendo dalla scene del lungometraggio. “Rolling”, cantata da Alfredo Quaranta, racconta dell’incapacità delle persone a relazionarsi nella vita reale mentre “Nice Day” è arricchita, nella album’s version, di un monologo di Cesare Maniglio, infermiere musicoterapista, che è una ode semiseria alla vita. Nella traccia sette “Logorato” i Salento All Stars si affiancano a Papa Ricky e O’Zulù dei 99 Posse, nomi storici della scena indipendente italiana. Il brano racconta di come gli italiani sono passati dall’essere emigranti all’essere intolleranti e razzisti nei confronti di chi oggi deve lasciare la propria terra per sopravvivere. In questa situazione è fondamentale continuare a sperare in un mondo migliore dove l’umanità va preservata con tutta la forza possibile. Sonorità Elettro-raggamaffin fanno da sfondo ad una scrittura cantautorale in lingua salentina. Un incontro tra due mondi che raccontano le matrici artistiche dei Salento All Stars e di O’Zulù, rivisitando l’inciso di “Comu t’a cumbenatu”, successo di Papa Ricky del 1992.

Si prosegue con “L’orizzonte” che vede il feat. dei Magnitudo12, giovane trio rap salentino che raccoglie lo stile e l’eredità artistica di Sud Sound System e Boomdabash. Una canzone sulle certezze, i punti fermi della vita e sulla voglia di inseguire i propri sogni nonostante tutto. “Centosettanta” è la traccia numero nove. Il testo racconta del tragico epilogo di due differenti naufragi che nel 2019 si sono succeduti al largo della Libia. La canzone è una sorta di preghiera affinché il mare sia lieve con le anime di questi uomini, donne e bambini e gli doni quell’abbraccio d’amore che l’umanità non ha saputo dargli. L’Era del cigno bianco (l’album) è stato scritto in piena pandemia, fra il Salento e Roma, a distanza, come previsto dal DPCM, attingendo alle forti emozioni di questo drammatico anno. La produzione artistica dell’intero lavoro è di Davide Apollonio e Peppe Levanto