Il trio bergamasco dei Verdena sarà in concerto oggi al Palaflorio di Bari sabato 26 novembre per presentare il nuovo album “Volevo magia”, uscito il 23 settembre 2022 su etichetta Capitol Records/Universal Music Italy. Qui l’intervista fatta dal nostro Carlo Chicco.
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Luca Ferrari, Luca Terzi e Nico Aztori sono gli Animatronic
REC è il primo disco degli Animatronic, progetto che vede alla batteria Luca Ferrari dei Verdena. Al suo fianco Luca “Worm” Terzi e il percussionista Nico Aztori, qui in veste di bassista. Su Avantpop, Luca Terzi ci spiega il progetto Animatronic.
Un album di 15 brani, quasi interamente strumentale, fatta eccezione per qualche sporadica intrusione vocale: in questo senso il singolo Fl1pper# – uscito il 10 ottobre – anticipa non solo le sonorità dell’intero lavoro, che oscillano dal math-rock al prog toccando in modo traversale un ampio universo sonoro, ma anche la sua filosofia. La musica degli Animatronic nasce, infatti, per gioco: un gioco senza regole o confini prestabiliti. Nell’estate del 2018 i tre si incontrano nel tempo libero suonando per il solo gusto di fare musica, in maniera del tutto libera e senza una progettualità vera e propria. È così che dopo le prime jam inizia a prendere forma quel magma di ritmi intricati e suoni visionari che i tre decidono di battezzare col nome di Animatronic.
L’animatronica è una particolare tecnologia che utilizza componenti elettronici e robotici per dare autonomia di movimento a soggetti, specialmente pupazzi meccanici. L’uso dell’animatronica è legato per lo più all’industria cinematografica e a quella dell’intrattenimento e si può considerare a tutti gli effetti un’antenata della moderna animazione.Non è una caso che la musica del trio sardo-bergamasco abbia in sé una forte identità visiva e che il suo immaginario faccia riferimento ad una concretezza e ad una solidità quasi antica, assemblata con maestria, precisione e devozione. Il tutto condito da una componente freak e visionaria che rende il tutto assolutamente contemporaneo. Anche la copertina e l’artwork sono testimonianza di questo processo creativo e sono interamente realizzati a mano dallo stesso Luca Ferrari. Così come, per chiudere il cerchio, il disco non poteva che essere registrato analogicamente, su nastro, in presa diretta.

gli i hate my village ospiti di rko
Gli I Hate My Village ospiti di AvantPOP! Scienziati di tutto il mondo sono concordi nell’attribuire al ritmo un ruolo essenziale nell’evoluzione umana.

Sin dal grembo materno, accenti e pause entrano nelle nostre vene come una magia atavica che non conosce confini geografici e parla un linguaggio universale tra i popoli di tutto il globo. Fabio Rondanini (batteria di Calibro 35, Afterhours) e Adriano Viterbini (chitarra di Bud Spencer Blues Explosion e molti altri) incarnano indiscutibilmente questo assunto e, forti delle straordinarie capacità tecniche che li rendono autentici pesi massimi nell’attuale scena musicale italiana, esplorano da anni le infinite possibilità nella ricerca del groove.
I Hate My Village è il loro nuovo progetto e testimonia l’amore viscerale dei due per la musica africana, un amore nato sui palchi – accompagnando maestri quali Bombino e Rokia Traoré – e poi cresciuto in sala prove con la curiosità di chi ha costantemente voglia di contaminarsi e divertirsi nell’ampliare il proprio orizzonte.

Jam dopo jam prendono forma 9 incredibili tracce in cui melodie e ritmi dalla Madre Africa si fondono con timbriche occidentali, ottenendo una miscela di straordinario effetto. Questo risultato si amplifica ulteriormente grazie al contributo di uno dei personaggi chiave del rock nostrano dagli anni ’90: Alberto Ferrari (Verdena) si inserisce con la sua inconfondibile vocalità donando all’amalgama strumentale un ulteriore elemento capace di unire mondi – apparentemente lontani – che in I Hate My Village sembrano coesistere da sempre.
Il suono che deriva da questo magico incontro è coraggioso ed innovativo. In cabina di regia Marco Fasolo (Jennifer Gentle) lo restituisce in maniera emozionante, dimostrandosi ancora una volta uno dei produttori più visionari e abili, tanto nel riprendere l’energia dei musicisti in gioco, quanto nel raccontare tutti i variopinti paesaggi sonori della loro scrittura.
Un viaggio in un mondo senza frontiere: questo è I Hate My Village, dal 18 gennaio 2019 disponibile in vinile e dal 10 maggio 2019 in cd/digital + 4 bonus track dal titolo I Hate My Bonus Tracks grazie a La Tempesta International.

Sulla nostra piattaforma troverete anche l’articolo sul loro live a Bari presso l’Officina degli Esordi. Ad agosto ci siamo incontrati nuovamente allo Sziget Festival di Budapest.
Intervista con i DUNK
E’ uscito il 12 gennaio, per Woordworm Label, “DUNK”, lo straordinario disco d’esordio dei DUNK, la band nata dall’incontro tra i fratelli Ettore e Marco Giuradei, protagonisti del mondo indie bresciano, Luca Ferrari dei Verdena e Carmelo Pipitone dei Marta sui Tubi e O.R.K..
Un esperimento in progress al limite della performance, che è sfociato nella realizzazione di un disco robusto, viscerale, tormentato e visionario. Al centro, l’eterna lotta tra l’uomo e la sua coscienza, l’amore maniacale per le cose che non potrà mai avere, i dubbi sulla vita e sulla sua importanza. Le nuove liriche di Ettore Giuradei, assente dalle scene musicali dal 2015, si sposano con una batteria corposa e materica, giri di chitarra che regalano sfumature inedite, tastiere che intessono la struttura profonda dei brani. Sia che si parli della scrittura che del live, “DUNK” è quel livido, che per quanto faccia male, continuiamo a toccare.
Marco Giuradei e Luca Ferrari (Verdena) si conoscono per caso, durante una data del progetto Giuradei a Bergamo. L’amicizia si rafforza, negli anni, con una serie di interminabili Jam Session all’HenHouse Studio di Albino. Nel frattempo Ettore, fratello di Marco e deus ex machina dei Giuradei, comincia a scrivere nuove canzoni con testi ispirati ad autori come Carmelo Bene e Antonin Artaud, toccando principalmente il tema del doppio e di una certa inadeguatezza dell’esistere. I Dunk esordiscono ufficialmente ad Aprile 2017 in occasione del decennale della Latteria Molloy: il riscontro di pubblico è notevole ma i tre sentono che ai pezzi manca qualcosa. Ettore, fan dei Marta sui Tubi, contatta quindi il chitarrista Carmelo Pipitone: la band torna in sala prove a comporre nuovi pezzi che presenta poi, nel corso dell’estate, in alcuni live esclusivi.A settembre 2017 i Dunk si trovano in studio e registrato il primo album omonimo, che raccoglie tutto l’entusiasmo di questa manciata di mesi passata insieme: un disco poco pensato, suonato di pancia, a cuore aperto.DUNK è ricerca di una forma, è lasciarsi alle spalle la canzone, è avanzare verso un’opera, dentro la meraviglia.