E’ uscito venerdì 27 marzo IL MONDO IN TESTA, nuovo lavoro discografico di GEGE’ TELESFORO, dodicesimo album del cantante, polistrumentista e produttore. Ospite di AvantPOP con Carlo Chicco, Gegè ne ha raccontato i suoni ed i colori
“IL MONDO IN TESTA” è più di un titolo; è un manifesto artistico ed esistenziale, ribadito in nove tracce nelle quali l’artista descrive quelli che sono i valori che sostiene da anni; brani nei quali sono condensati quaranta anni di ricerca musicale, di esperienze.
Tutta la carriera di Telesforo è stata scandita da incontri con culture diverse. Che fosse su un palco per un concerto, in uno studio televisivo, davanti a un microfono di una radio o in una sala di registrazione, la sua intera vita è una lunghissima Jam Session (termine che deriva da “Jamu” parola Youruba e significa “insieme in concerto”) che lo ha portato nel tempo ad arricchire la sua anima musicale.
Il video di “Genetica dell’Amore” racconta la nostra condizione di isolamento casalingo in questi giorni difficili per tutti. La clip è un montaggio serrato, curato da Simone Calcagni, di selfie amichevolmente concessi da amici cari, parenti, colleghi e appassionati di musica. La ‘Genetica dell’Amore’ ci rende resilienti alle intemperie della vita, alla distanza sociale, che diventa così l’unica arma possibile contro un nemico invisibile. Il brano, una composizione originale cantata da Ainé, è il secondo estratto dal nuovo lavoro discografico
Ne “IL
MONDO IN TESTA”, realizzato nell’arco di un anno e mezzo, Gegè Telesforo dopo
una serie di produzioni dedicate al mercato internazionale torna a scrivere
testi in italiano, avvalendosi di alcuni dei più talentuosi musicisti della
nuova generazione. Da un lato la freschezza delle voci di Daniela Spalletta,
Lello Analfino, Simona Severini e Ainè, le tastiere di Pasquale Strizzi,
Domenico Sanna e Seby Burgio, la chitarra di Christian Mascetta, la batteria di
Michele Santoleri; dall’altra l’esperienza e le “brotherhood” con il bassista
Dario Deidda, il percussionista Peppe Sannino, i sax di Max Ionata e Alfonso
Deidda.
Si potrebbe dire che tutto l’intero lavoro è un inno all’Amore per la vita, per la natura, che parla di incontri e scoperte di un viaggiatore sempre circondato da suoni e ritmi. Per tradurre in immagini tutto questo, il video della titletrack, che ha anticipato l’album, è stato affidato alla video-artist di New York Dominique Bloink. Il videoclip è un’animazione carica di colori e sapori mediterranei, con immagini e simboli che riportano ai valori di cui Gegè da anni si fa portavoce e che ha voluto aggregare anche in questo video colmo di allegria, speranza, ricerca sonora e ritmica
Da anni è attivo protagonista nella valorizzazione della multietnicità, della condivisione, sia in termini artistici che pedagogici. Questo suo impegno è stato riconosciuto nel 2015 con la nomina di Goodwill Ambassador da parte dell’Unicef per il progetto Soundz for Children che lo ha portato in contesti sociali difficili e a rischio a raccontare a bambini e ragazzi i valori dell’accoglienza, amore, inclusione, solidarietà,usando come mezzo privilegiato il linguaggio universale della musica, nella sua accezione più estesa e profonda.
Gegè Telesforo è un divulgatore, che in ogni sua attività ha
portato il seme della curiosità, della conoscenza, della competenza. Radio 24
gli ha affidato dal 2013 una fascia del weekend nella quale con il programma
“Sound check” porta nuova aria nelle orecchie – e nelle menti – degli
ascoltatori. Nessuna playlist preconfezionata, ma solo il piacere della
scoperta.
Il concetto di divulgazione scorre anche
nelle vene di “Variazioni su Tema” il programma di Rai 5 scritto e condotto da
GeGè Telesforo, che analizza con intelligente ironia, professionalità e impegno, gli umori della Musica e degli Artisti visti da
una nuova prospettiva, la loro.
Negli ultimi giorni, complice o nonostante il lockout globale causato dalla pandemia da coronavirus, sono stati pubblicati diversi dischi che per motivi diversi si prestano bene all’ascolto in questo periodo. Alcune di queste pubblicazioni erano annunciate, altre sono arrivate all’improvviso. Ve ne segnaliamo alcune che difficilmente troveranno spazio nella regolare programmazione radiofonica, viste le loro caratteristiche.
Nine Inch Nails – Ghosts V: Together – Ghosts VI: Locusts Seguito del progetto Ghosts I-IV del 2008, il doppio album firmato da Trent Reznor si muove sul binomio luce/ombra con una prima parte più eterea e una seconda decisamente più cupa, con momenti molto alti come le tracce Run Like Hell o TURN THIS OFF PLEASE. Una colonna sonora perfetta per questi tempi di alternanza tra speranza e disperazione, con una perfezione del suono disumana.
Sufjan Stevens e Lowell Brams – Aporia Attesissimo nuovo disco del cantante e compositore di New York, che torna a collaborare con il patrigno Lowell Brams, con cui ha fondato nel 1999 l’etichetta Asthmatic Kitty. Il disco, quasi totalmente strumentale, è un viaggio ipnotico nella new age professata da Stevens, una ricerca di una catarsi in musica che trascina e si fa ascoltare molto volentieri.
Bob Dylan – Murder Most Foul Non un disco ma un singolo, della durata monstre di 17 minuti, per raccontare gli anni sessanta e la vita in generale attraverso gli ultimi momenti della vita di John Fitzgerald Kennedy. Il primo brano inedito dopo 8 anni dell’autore Premio Nobel per la Letteratura nel 2016 esce proprio in un momento in cui il tempo per la riflessione è tanto e assolutamente necessario.
Nicolas Jaar – Cenizas Il lato ambient della produzione musicale del compositore e polistrumentista cileno prende il sopravvento in questo album “cinereo” a partire dal titolo. Se conoscete soprattutto le sue opere più virate al dancefloor vi stupirà, se questo lato meditabondo non vi è nuovo avrete un’ulteriore conferma del talento di Nicolas nel manipolare suoni, influenze, atmosfere.
The Necks – Three Tre come il numero dei componenti della band, degli strumenti utilizzati e delle composizioni che fanno parte di questo nuovo disco del combo australiano, ancora una volta inafferrabile a cavallo tra jazz e, forse, kraut. Musica per strati e loop, da ascoltare con trasporto più che da descrivere.
Nils Frahm – Empty Pubblicato a sorpresa alla fine del “Piano Day”, il nuovo disco del pianista e compositore di base a Berlino è il miglior sottofondo meditativo che si potesse desiderare in momento come questo. Suoni di speranza per restare calmi e pro-positivi.
Non ci resta quindi che augurarvi buon ascolto e buona pausa di riflessione. Arricchiamoci di buone sensazioni mentre là fuori la bufera divampa.