Tutti gli articoli di Simona Losito

Le notizie di oggi di RKO News

NOTIZIE NAZIONALI

Non stiamo facendo più tamponi, perché?

Purtroppo, uno dei problemi della gestione del COVID-19 in Italia è proprio il numero dei tamponi fatti sui pazienti che manifestano i sintomi della malattia. Infatti, questo numero non rispetta le raccomandazioni italiane e internazionali ed è considerato insufficiente dagli esperti.

In Lombardia la norma voleva che i tamponi venissero fatti a tutti i pazienti sintomatici, cioè quelli che ne avevano più bisogno. In realtà il Ministero della Salute e l’Istituto Nazionale della Sanità raccomandavano di fare il test a tutti i pazienti che presentavano sintomi sospetti. Quello che è successo in Italia è che i tamponi venivano fatti solo ai pazienti così gravi da richiedere il ricovero in ospedale e ai sospetti meno gravi il tampone non è stato fatto.

Uno dei motivi per cui questo accade è che i laboratori sono pieni e non riescono ad analizzare in tempo un numero di campioni così elevato. Dunque, è per questo motivo che i tamponi vengono fatti ai pazienti che rientrano in categorie prioritarie, come ad esempio quelli ricoverati, gli operatori sanitari a rischio e i pazienti più fragili.

ESTERO

La Cina si ferma a ricordare le vittime del Coronavirus

Ci sono stati 3 minuti di silenzio in tutta la Cina, che si è fermata a ricordare le vittime del CoronaVirus. Nell’aria sono risuonate sirene e clacson di auto. Il presidente Xi Jinping e i vertici di Partito comunista e governo, tutti con un fiore bianco sul petto, hanno tenuto una cerimonia alla Zhongnanhai, compound di Pechino della leadership, sostando in raccoglimento davanti alla bandiera nazionale cinese a mezz’asta.

Nuovo triste record degli Usa

Le vittime da coronavirus in 24 ore sono state 1.480.

In totale i decessi da quando si è diffusa la pandemia nel Paese sono 7.406

Brasile: i morti sono maggiori di quelli dichiarati

In molti già lo pensavano, il governo stava cominciando ad ammetterlo ma sono le fotografie del più grande cimitero di San Paolo a togliere ogni dubbio. Secondo il governo infatti i morti per CV in Brasile sono meno di 300, ma in realtà i morti sarebbero molti più di quelli confermati. Nelle fotografie infatti si vedono file di fosse scavate nel terreno che aspettano solo di essere riempite.

Il Brasile è il paese dell’America Latina con il maggior numero di casi confermati di infezione da coronavirus, ma finora il presidente del paese Jair Bolsonaro si è opposto a introdurre rigide misure di contenimento del contagio. Chiaramente la motivazione è che il loro effetto sull’economia farebbe più danni del virus.

PUGLIA

Eccomi Puglia, Uniti contro il Covid19

Questa la campagna a sostegno del sistema sanitario pugliese, avviata da Regione Puglia e Protezione civile regionale.

Bianca Guaccero, Giuliano Sangiorgi, Michele Riondino, Ermal Meta e Mietta sono alcuni dei testimonial d’eccezione che hanno aderito a “Eccomi Puglia”.

Questo è anche un invito a donare per sostenere il nostro sistema sanitario e di protezione civile, per sostenere i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari, per rafforzare le terapie intensive e per garantire la sicurezza del personale medico e paramedico nello svolgimento del loro lavoro.

Per donare:

IBAN:  IT51 C030 6904 0131 0000 0046 029

SWIFT / BIC CODE: BCITITMM

Intestato a REGIONE PUGLIA

Causale DONAZIONI CORONAVIRUS REGIONE PUGLIA

Philippe Halsman: tra composizione, surrealismo e follia

Nella seconda puntata di “Rumore” si è parlato di uno dei fotografi più famosi al mondo: Philippe Halsman. Difatti, scattò fotografie che sono rimaste nella storia. Da un lato ebbe la fortuna di avere soggetti famosi come modelli, come ad esempio Albert Einstein, Marilyn Monroe, Salvador Dalì, Audrey Hepburn, Marlon Brando, Anjelica Huston, Frank Sinatra… e molti altri. Dall’altro la sua firma si riconosce bene: le sue foto sono autentiche, ben costruite, originali e molto personali e talvolta addirittura surreali.

Ascolta la puntata:

Halsman è famoso anche per aver inventato la tecnica del “jumping Style”, ovvero l’arte di ritrarre una persona saltando, in questo modo il modello non aveva il controllo dell’espressione del viso. Lo scopo era proprio quello di portare alla luce la vera personalità del soggetto, che si concentrava sul salto e faceva cadere la maschera da personaggio famoso per svelare la sua vera personalità.

Al fine di riuscire a catturare e capire meglio la psicologia dei suoi soggetti, condusse anche degli studi sulle espressioni facciali. Questo dice molto di come fosse attento al particolare: i suoi scatti sono molto ben costruiti, c’è sempre un fattore che suggerisce qualcosa sul soggetto che sta fotografando in quel momento.

La sua collaborazione più famosa fu quella con Salvador Dalì, da cui nacquero dei veri e propri capolavori. Le sue foto erano surreali già prima dell’amicizia con Dalì, ma l’influenza dell’artista si nota e rende le sue fotografie spettacolari. Oggetti che levitano, persone che camminano sul soffitto, persone che saltano… insomma Halsman ha sconfitto le leggi della gravità nelle sue foto e ha trovato la strada per l’epicità.

“Rumore” ritorna Martedì prossimo sempre alle 18, nel frattempo potete commentare o dare dei suggerimenti sui social e sulla pagina Instagram rumore_rko.

Novità e sperimentazione: il colore e il movimento degli scatti di Ernst Haas

La prima puntata di “Rumore” ha visto come protagonista il pioniere del colore e del movimento Ernst Haas, un fotografo austriaco che si appassionò alla fotografia alla fine della Seconda Guerra Mondiale e che lavorò per la Magnum Photos, una delle aziende di fotografia più importanti al mondo. Uno dei primi a sperimentare sulla pellicola a colori, tanto da essere stato il primo fotografo a cui è stata dedicata la prima mostra fotografica a colori nel Museum of Modern Art di NewYork.

Ascolta la puntata:

A lui dobbiamo una serie di tecniche che tutt’ora vengono utilizzate in fotografia, come ad esempio il Panning e la messa a fuoco selettiva. La sua propensione a non seguire le regole di composizione lo hanno portato a sviluppare uno stile unico, creando fotografie inconfondibili, caratterizzate da colori vividi e soggetti sfocati, grazie all’utilizzo di tempi di scatto lunghi, che riescono a coinvolgere l’osservatore nell’immagine. Lo scopo delle sue sperimentazioni e della sua propensione ad utilizzare il mosso era proprio quello di rendere l’idea del movimento nel tempo e nello spazio. Le sfumature dei colori unite al movimento sembrano essere stese da un pennello, dimostrando un’armoniosità fuori dal comune.

Particolare è anche la sua filosofia: infatti Haas non ha un soggetto preferito nelle sue immagini, ma si limitava a fotografare quello che aveva intorno. La sua abilità è stata proprio quella di riuscire a notare particolari che a tutti potrebbero sembrare banali. Secondo lui un fotografo deve “trasformare un oggetto da quello che è in ciò che si vuole che sia” ed è per questo che le sue fotografie risultano affascinanti e coinvolgenti.

Rumore torna Martedì prossimo sempre dalle 18 alle 19, con un nuovo artista e nuove tecniche da svelare. Se avete richieste, desideri o semplicemente dare le vostre impressioni potete farlo sui social, sulla pagina Facebook di Rko e sulla pagina del programma su Instagram, rumore_rko.

Fotografie e parole: “Rumore” tra i programmi del Martedì pomeriggio su RKO

Martedì 17 Marzo alle 18 è andata in onda su Rko la puntata zero del nuovo programma radiofonico “Rumore”. Il nome un po’ fuorviante potrebbe non far intendere in modo immediato il contenuto di questo nuovo format, ma tutto ha uno specifico significato. La puntata è stata registrata in chiamata Skype e se ne evincono le difficoltà dal riverbero della voce e dai rumori, appunto, provenienti dalle postazioni improvvisate per poter creare contenuti comodamente da casa. Quale periodo migliore se non questo in cui tutti siamo costretti a stare in casa per utilizzare la radio come canale di ricezione culturale e affacciarsi ad un mondo a voi sconosciuto o poco esplorato? La protagonista di quest’ora insieme sarà la fotografia. Si, esatto. Sembra strano, forse impossibile, poter parlare di un’arte visiva in radio. Ma siamo coraggiosi e tenteremo di farlo al meglio.

È arrivato il momento di svelare il motivo di questo nome a primo impatto un po’ bizzarro. Chi se ne intende di fotografia lo sa, il “Rumore”, quello digitale si intende, non è altro che il disturbo causato dalla poca (o troppa) quantità di luce in base alle informazioni che l’obiettivo è stato in grado di catturare durante lo scatto. Questo dipende sia dall’obiettivo sia dalle condizioni di luce presenti nel luogo in cui la foto viene scattata. Quando una foto presenta rumore digitale vuol dire che sarà anche poco nitida, un po’ granulosa con un effetto puntinato sparso qua e là all’interno della foto variando in base alle zone di luce e alle zone d’ombra. Il motivo per cui è stato scelto questo nome risiede nell’intento di creare un po’ di “rumore” nelle vostre menti, dare qualche informazione e farla arrivare in modo sparso per le orecchie di chi ascolta. Lo scopo di ogni puntata, infatti, sarà quello di mettere una pulce nell’orecchio degli ascoltatori e stimolarne la curiosità, parlando di un autore diverso di volta in volta. Ogni fotografo ha le sue peculiarità e la difficoltà sarà descriverne gli intenti e le tecniche, cercando di spiegare in modo semplice e coinciso ogni termine tecnico che l’ascoltatore potrebbe non conoscere, tentando di dare anche uno sguardo alle opere e scoprendone insieme i possibili significati.

Ascolta la puntata:

Il protagonista di questa puntata zero è stato Ansel Adams, uno dei più grandi fotografi del XX secolo e padre fondatore della fotografia paesaggistica. Un personaggio particolare, anche esteticamente, in quanto segnato da uno sfregio sul viso, causato da un terremoto nella sua città natale, San Francisco, che dimostrò grande passione e dedizione a quest’arte. La peculiarità di Ansel Adams risiede nel suo amore sconfinato nei confronti della natura, che grazie alla sua abilità, è riuscito a trasmettere all’osservatore. Inoltre, una caratteristica su cui bisogna soffermarsi è la scelta di scattare esclusivamente in bianco e nero: una scelta coraggiosa per un fotografo paesaggista, ma ben riuscita nel suo caso. Infatti, Adams è riuscito a sfruttare l’assenza di colore a suo favore, in modo tale che l’osservatore fosse orientato a porre la propria attenzione ai dettagli, ma soprattutto che potesse captare l’essenza stessa della natura trasmettendone l’emozione contemplativa.

L’occhio di Ansel Adams era un occhio sincero, empatico e fedele alla realtà. Tanto fedele da abbracciare la filosofia della straight photography, una filosofia di pensiero secondo cui le fotografie devono essere mantenute intatte, senza sottoporle a lavori di post produzione che ne intaccherebbero la purezza. Questa la filosofia caratterizzante del Gruppo f/64, che Ansel Adams fondò nel 1932, promotore di un linguaggio improntato alla purezza e al modernismo. Il nome stesso del gruppo rimanda all’apertura del diaframma, cioè l’elemento che determina la quantità di luce che passa attraverso l’obiettivo, e che determina la definizione di una foto: in questo caso l’apertura minima del diaframma riesce a garantire la nitidezza anche degli elementi più lontani. Con questa regola è più semplice catturare i dettagli e conferire una maggiore fedeltà al paesaggio reale, nonché una delle regole fondamentali della fotografia paesaggistica.

Una tecnica che invece Ansel Adams inventò di sana pianta fu quella del Sistema Zonale, una tecnica che riusciva a creare degli estremi di bianco e nero nelle foto, garantita dalla misurazione dei valori della luce. Questo sistema permette invece di catturare esattamente la luce presente in natura in modo tale da ottenere un’immagine maggiormente fedele alla realtà e anche di facilitare il lavoro dei fotografi durante il settaggio. La dedizione e l’impegno che Ansel Adams mise nel suo lavoro si evince proprio da queste tecniche, che ha gentilmente concesso al mondo dei fotografi per facilitare loro in qualche modo il lavoro.

Durante la puntata si è parlato anche di alcune delle opere di Adams: Cypress il cui soggetto è per l’appunto un cipresso. Solo una parte della sua interezza è stata catturata dall’artista, che ha voluto mostrare la sinuosità dell’intreccio dei suoi rami.

Cypress and Fog, Pebble Beach, California

Redwood, invece, esprime ritmicità scandita dai rami affusolati, conferendo un senso di confusione e angoscia e la sensazione di avere a che fare con l’ignoto e l’inesplorato al di là dei fusti in primo piano.

Redwoods, Bull Creek Flat, Northern California

Infine, Moonrise over Hernandez, una delle foto più rappresentative di cui abbiamo due versioni: la prima originale del 1943 e la seconda rielaborata in camera oscura del 1970.

Ad accompagnare il flusso delle parole, una selezione musicale quanto più inerente al tema trattato, con la speranza che possa far immergere l’ascoltatore nella natura ascoltando le note e le parole durante quest’ora passata insieme.