Podcast e Programmi
“Natale in Rosso” … i cd sotto l’albero ce li porta Massimo Cotto

E’ il 24 dicembre del 2020, lo hanno chiamato “Natale in Rosso”, a conclusione di un anno impensabile, fatto di preoccupazioni, lockdown e dpcm.  Passeremo questi giorni in modo diverso dal solito, forse ci siamo ormai abituati a restare in casa, a passare il tempo lavorando davanti ad un pc per ore, ma per quanto mi riguarda, a tutto si può rinunciare tranne che la musica! Ed allora come di consueto, anche quest’anno mi sono posto la fatidica domanda: che dischi posso regalare a Natale? Nell’amletico dubbio ho deciso di farmi aiutare da un esperto in materia, lui sicuramente mi libererà la mente da ogni incertezza o indecisione. Che dischi regalare? Ce lo dice Massimo Cotto!!

Ciao Massimo, allora cosa mi consiglieresti per questo Natale? Quali sono le tue proposte musicali?

“Partirei dal Boss, e chiamandosi “boss” bisogna partire per forza dall’alto e credo che “Letter  to you” di Springsteen sia il capolavoro o comunque il disco che tutti gli “springsteeniani” aspettavano direi da molti anni. Tu sai che il mondo si divide in due categorie, ci sono quelli che amano il Boss e quelli che non lo hanno mai visto dal vivo o che hanno dei dubbi, convincere i secondi è impossibile, ma i primi avevano bisogno di un disco finalmente coeso, un disco bello, che sapesse di rock’n’roll dove paradossalmente il pezzo più brutto è proprio la title track “Letter to you” che sa molto di pop mentre altri brani affondano veramente nelle viscere.

Poi io sceglierei due gruppi relativamente nuovi che sono emersi negli ultimi anni che sono i Biffy Clyro ed i Nothing But Thieves: i primi con “Celebration of ending” ed i secondi con “Moral panic”. Perché tutti e due hanno consegnato al 2020 due ballate meravigliose, i Biffy Clyro con “Space” e i NBT con “Impossible”. Scrivere ballate oggi è molto più difficile di un tempo perché ci si tuffa più facilmente sul ritmo del rock’n’roll, dove si può mascherare un’assenza di ispirazione o di talento, invece la ballata con pochi strumenti e con molta melodia, funziona o non funziona, o è “stairway to heaven” oppure è una imitazione!

A proposito di gruppi classici vado con gli ACDC con “Power Up”, non perché sia un disco straordinario ma perché hanno ribadito che la forza del rock’n’roll è nella ripetizione dei suoi stilemi,  gli ACDC fanno sempre dischi uguali, non si rinnovano mai, prima era un limite, mi ricordo che Rolling  Stone (USA) ai primi album della band aveva dato persino  zero, ora invece diventa un punto di forza in un momento in cui bisogna stringersi attorno al rock’n’roll.

Passo alla musica italiana: Ligabue con “7” perché ha avuto il coraggio di fare una operazione molto rischiosa cioè prendere dei brani che erano nel cassetto da un po’ di tempo, spolverarli, e provare a completarli,  in alcuni casi anche a riscriverli.  A volte,  per me, quando scrivo un articolo o scrivo un libro è più facile cominciare da zero piuttosto che correggere qualcosa che non andava bene prima, quindi operazione bellissima. In quelle sette canzoni ci sono cose molto belle, come ci sono nel disco  Cristiano Godano “Mi ero perso il cuore”,  la sua prima avventura da solista lontano dai Marlene Kuntz,  dove continua ancora quella malinconia presente nei pezzi dei Marlene ma che spesso veniva messa a tacere o messa in secondo piano dal ricorrersi degli strumenti.

Poi c’è un disco che per me è splendido che si intitola  “La violenza della luce” di  Gianluca De Rubertis,  Gianluca  era la metà del Il Genio, ora porta avanti, con grande coerenza e anche con qualche difficoltà,  perché oggi essere coerenti è rischioso e pericoloso,  questo discorso sul punto di incontro tra il rock e la canzone d’autore

Poi chiudo con due classici , così arriviamo a 9, ed abbiamo fatto la “novena” dei dischi!!  Malgrado tutto  vado con Bob Dylan e Pearl Jam. Anche se,  quando ascolti uno come Bob Dylan, per quanto mi riguarda, è come quando vai a mangiare in un ristorante stellato, ti aspetti di mangiare da Dio,  non ti accontenti di mangiare bene, quindi gli ultimi dischi del Dottor Zimmerman mi avevano lasciato un po’ l’amaro in bocca, si belli … ma, c’era sempre quell’avversativo che ti rovinava il gusto delle cose, magari quegli stessi piatti in una trattoria li avrei apprezzati da morire,  invece  Bob Dylan è Bob Dylan,  non può fare una roba qualunque. La stessa cosa vale per i Pearl Jam che con le tracce di  “Gigaton” non sempre sono stati al massimo delle loro potenzialità,  non lo definirei il disco più bello e ne tra i primi tre, ma ci sono. Esserci in un anno come il 2020 per me è era importante. Come sempre quando ti chiedono i dischi più belli o che porteresti su di un isola deserta dici sempre quelli che ti vengono subito  in mente e poi finita l’intervista ti vengono in mente altri nove titoli e ti “incazzi come un puma” e ti chiedi come hai fatto a dimenticarti certe cose,  quindi ti dico nove dischi perché il decimo è quello che mi sono dimenticato!! 

Caro Massimo Cotto io ti ringrazio e augurandoti Buon Natale, come lo passerai quest’anno!?

Questo Natale lo passeremo a casa e sono contento, perché storicamente lo abbiamo sempre passato in famiglia e spesso e volentieri  abbiamo fatto grandi viaggi partendo il 26 o il 27. Quest’anno non li facciamo,  per me è stato un periodo particolare perché ho avuto il Covid, ho passato quindici giorni difficili, non paragonabili a quelli che sono stati ospedalizzati, non voglio paragonarmi a chi ha fatto terapia intensiva o altro, però è una brutta bestia questo Covid,  ti prende la testa,  ti impedisce di guardare con lucidità al futuro,  ti impedisce di vederlo,  non riesci a fare nessun ragionamento a lunga gittata perché hai sempre paura che torni. Io ho,  come tutta la mia famiglia, sviluppato gli anticorpi quindi ci hanno detto che siamo immuni ma nonostante questo ho paura, perché il covid è subdolo e tu non ci credi, quindi nel dubbio non abbiamo fatto piani. Noi siamo stati sempre in casa e non so come abbiamo fatto a prenderlo, e questo è un ulteriore elemento,  quindi ci siamo riproposti di fare piani di settimana in settimana. Se ci si rivede si è già felici,  prima si diceva “speriamo di vederci in una situazione bella” ora invece “speriamo di rivederci”, punto.

Previous post “Pandora’s box”: il nuovo disco di David Place
Next post “TENCO2020”: DOMANI su RAI3 lo speciale. Protagonisti: VASCO ROSSI, STING, BRUNORI Sas, TOSCA e moltissimi altri

Goto Top